ITRI: SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, DUE ARRESTI DELLA GUARDIA DI FINANZA

AGGIORNAMENTO – Un duro colpo al traffico delle sostanze stupefacenti nel sud
pontino è stato dato dai militari della Guardia di Finanza di Fondi. Gli uomini del cap. Fabio Calandrelli, infatti, in applicazione di un’ordinanza emessa dal Sostituto Procuratore Olimpia Monaco, hanno tratto in arresto una 35enne, e Ludovico R., 32enne, entrambi di Itri, per i reati legati alla loro attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione si è svolta in due centri diversi in quanto le due persone arrestate vivono in realtà amministrative distinte. La donna è stata prelevata nella sua abitazione di Bari, dove vive insieme al marito, un inappuntabile maresciallo della Guardia di Finanza, rimasto sconvolto dalla scoperta dell’attività della consorte. L’uomo è stato fermato, invece, a Itri dove svolge l’attività di elettricista. Per la donna si sono aperte le porte del carcere femminile del capoluogo pugliese mentre per il 32enne itrano c’è stato il trasferimento presso la casa circondariale di via Aspromonte a Latina.


Il provvedimento della dott. Olimpia Monaco fa seguito a quasi quattro anni di intense attività investigative portate
avanti dalla Guardia di Finanza di Via Terruto a Fondi. Sia l’ex comandante, il ten. Antonino Costa, che l’attuale, il cap. Fabio Calandrelli, grazie al pedinamento messo in atto dagli uomini del Nucleo Mobile, alle intercettazioni e a una serie di indagini anche molto sofisticate, hanno raccolto materiale più che sufficiente per inchiodare i due elementi, anche se non si esclude che altre persone possano al più presto finire nella rete delle Fiamme Gialle nel loro encomiabile lavoro
repulisti del sud pontino. Della donna si è scoperto che sarebbe lei la rifornitrice di droga della zona che va da Terracina fino al Garigliano.

La lunga processione di rivenditori che andavano a rifornirsi a Castelvolturno, a Pescopagano e nell’hinterland della Campania settentrionale, sarebbe stata favorita dall’efficienza operativa della signora, sorella, tra l’altro di quel Gino, carrozziere itrano, tristemente noto alle forze dell’ordine, sia per le vicende legate alla morte della moglie, Veruska Lepizzera, freddata in casa da un colpo di pistola una quindicina di anni fa nella sua abitazione a Itri, sia per il traffico di sostanze stupefacenti che lo vide oggetto di una rocambolesca cattura, all’altezza dei semafori della Flacca in località
Vindicio, quando due auto civetta dei Carabinieri della Compagnia di Gaeta, lo chiusero a tenaglia (una davanti e l’altra dietro) dopo che il semaforo era stato appositamente bloccato sul rosso, permettendo ai militi della Benemerita e allo stesso ten. Vincenzo Campochiaro, allora comandante del Norm, di balzare personalmente sullo spacciatore e di bloccarlo. Addirittura le cronache delle operazioni di polizia parlano della sorella Anita che, recandosi a far visita al fratello Gino, rinchiuso nel carcere di Civitaveccha, gli avrebbe fornito la droga dalla quale lui era dipendente, nascondendo la “roba” nei capelli raccolti dietro la nuca e fermati con una spilla.

Per Ludovico R., taciturno artigiano del comparto elettrico, si tratta del secondo “incidente di percorso”. Una prima volta era stato arrestato, perchè trovato in possesso di droga nella sua auto. Davanti ai giudici si era difeso dicendo che non sapeva della presenza della “roba” in auto, dato che aveva ritirato la macchina presso la casa del carrozziere Gino, in quanto quest’ultimo, condannato agli arresti domiciliari a oltre un chilometro dal centro del paese, non poteva recapitargliela direttamente a casa sua. Per una strana coincidenza, però, anche questa volta le vicende delle due famiglie si sono incrociate. Chi potrebbe esserci, adesso, nella maglia della Giustizia, con la dott. Olimpia Monaco nelle vesti di magistrato accusatore, se, come si presuppone, dall’elenco delle investigazioni dovessero uscire fuori ancora altri nominativi?

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