“MADE IN LAZIO”E “SALVA CAMPEGGI”: IL GOVERNO IMPUGNA LE DUE LEGGI REGIONALI

*Sala del Consiglio dei Ministri*

Due importanti leggi proposte dall’assessorato al turismo della Regione Lazio sono state impugnate dal Consiglio dei Ministri davanti alla Corte Costituzionale. Si tratta del piano campeggi regionale e della legge per l’istituzione del “Made in Lazio”. Secondo il Consiglio dei Ministri entrambi le leggi, approvate nei mesi scorsi, presentano profili di incostituzionalità.

Se il Made in Lazio è un progetto ancora in fase embrionale nonostante l’approvazione della legge, il problema del Piano Campeggi esiste su tutto il litorale laziale che è coinvolto per le numerose strutture ricettive, alcune – come nel caso di Latina o Fondi – poste sotto sequestro e oggetto di inchieste delle rispettive Procure.


L’assessore Zappalà non ha comunque dubbi sulle “sue” leggi: “Restano entrambi in vigore – spiega in una nota – perchè a nostro avviso le contestazioni mosse dal Consiglio dei Ministri sono prive di fondamento”. Così la Regione ha avviato le procedure per valutare le osservazioni mosse dal Governo davanti alla Corte costituzionale e, nel dettaglio della legge sui campeggi, Zappalà non ha dubbi: “La normativa regionale – spiega – si limita a recepire quanto previsto dalla legge statale: ovvero il nulla osta dell’ente Parco è reso solo in relazione a interventi di impianti ed opere che siano soggette ad autorizzzione o concessione. Solo quando sono previsti interventi impattanti – prosegue Zappalà – per il territorio nell’ambito del procedimento autorizzativo, deve essere richiesto il nulla osta del parco. Qui si tratta di attività edilizia libera che non necessita di autorizzazioni. Del resto – prosegue l’assessore regionale – la norma del Lazio non è in bianco in quanto rimanda a eventuali modalità esecutive fissate dal piano e dal regolamento dell’area portetta”.

Nel dettaglio il Consiglio dei Ministri contesta il fatto che la legge regionale “scavalchi” in qualche modo le prerogative statali e che non rispetti i vincoli imposti a livello nazionale e non sia uniforme con la legislazione di altre regioni su questo campo. L’assessore Zappalà ritiene che comunque che la legge resti valida fino al pronunciamento della Corte Costituzionale e minaccia, in ogni caso, anche il rocorso alla Corte di Strasburgo.

[AGI]

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