CALCIO VIOLENTO: ATLETA ITRANO AGGREDITO AL TERMINE DI MINTURNO – NUOVA ITRI

*(foto d'archivio)*

Gravissimo episodio di violenza ai danni di un calciatore della Nuova Itri, in borghese, al termine dell’incontro di calcio Minturno-Nuova Itri stadio Caracciolo Carafa, valevole per il campionato laziale di Promozione, disputatosi nel pomeriggio di domenica 11. Antonio Del Bove, ventenne atleta di spicco della società ospite, che domenica non era stato impegnato dall’allenatore, aveva ugualmente seguito la squadra in trasferta pur andando in “tribuna”.

L’incontro, che aveva visto l’iniziale vantaggio dei biancoazzurri di Mario Caneschi per 2-0, si è concluso con il pareggio più che meritato da parte del Minturno, per 2-2. Dopo il triplice fischio, Del Bove si recava verso gli spogliatoi per raggiungere i suoi compagni di squadra. Nel tragitto  intratteneva un breve e pacifico colloquio con un giocatore della squadra avversaria di sua conoscenza, che in passato aveva militato tra le file della società itrana. Durante il colloquio, però, per ragioni ignote, un giovane di 20 anni originario di Minturno, anch’egli calciatore in forza ad un’altra compagine e presente sugli spalti in qualità di sostenitore della squadra di casa, aggrediva il giocatore itrano alle spalle, con calci e pugni al volto e al torace. Neanche il tempo di voltarsi e difendersi, e Del Bove si vedeva aggredito da un’altra decina di sostenitori della compagine minturnese, giunti a dar manforte al primo aggressore; lo sparuto gruppo gli strappava poi la maglia sferrandogli pugni e calci alla rinfusa. A quanto pare anche un giocatore del Minturno, dopo aver accuratamente indossato la casacca per rendere impossibile il proprio riconoscimento da parte dell’arbitro, si univa agli aggressori.


Solo l’intervento del presidente del Minturno, Chianese, del dirigente della Nuova Itri, Angelo Pelliccia, che sono stati pure colpiti dagli scalmanati, con il Chianese che ha avuto bisogno del ghiaccio in testa, ha evitato il
peggio al Del Bove, mentre sul posto si sono pure portati i Carabinieri della locale stazione che hanno provveduto a individuare i tre aggressori.

Trasferito al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia per accertamenti, a Del Bove veniva riscontrata una contrattura del cucullare e un edema sulla parte destra del volto, con relativa prognosi di 10 giorni. Il giocatore itrano ha successivamente sporto denuncia per aggressione, presso la stazione dei Carabinieri di Itri, nei confronti di N.P. e degli altri partecipanti all’aggressione.

Un gesto di grande sportività in questo senso è però stato, poi, compiuto dall’allenatore del Minturno, Pernice, già componente dello staff tecnico della Nuova Itri fino allo scorso anno. Mister Pernice, meritandosi il plauso di entrambi i sodalizi, ha comunicato all’arbitro il nominativo del calciatore del Minturno che ha colpito il Del Bove. Una brutta pagina di normale violenza, favorita dalla situazione generale che spesso non concretizza la certezza della pena per i delinquenti. Per fortuna – ed è questa la notizia che ci piace evidenziare, perchè i violenti lasciano il tempo che trovano e passano nel dimenticatoio, ma i galantuomini restano nelle pagine consegnate alla positività esistenziale – il comportamento di dirigenti (oggi molto raro), tecnici, calciatori, cronisti locali e sportivi -che hanno preso nettamente le distanze dall’azione dei balordi in campo e fuori – ha suggellato in maniera catartica una giornata di sport che stava prendendo una brutta piega.

Un solo appello. Ci pensi la Giustizia (la scriviamo ancora con la G grande!), quella comune e quella sportiva, a non vanificare il gesto di tanti Uomini, quelli che si scrivono ancora con la “U” grande.

“Non mi spiego le ragioni dell’accaduto – ha commentato infine Del Bove – tanto più che atti del genere sono sempre e comunque ingiustificabili. Mi rattrista solo vedere, ancora una volta, come un evento sportivo sia stato preso da un isolato gruppo di persone come una buona occasione per sfogare la propria violenza repressa. Lo sport è ben altra cosa”.

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