ITRI: TRIPUDIO POPOLARE PER PADRE MARIO CORVINO PASSIONISTA PARROCO DI SAN MICHELE ARCANGELO

*Padre Mario Corvino*

C’era la folla plaudente delle grandi occasioni, sabato 17, nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Itri, dove padre Mario Corvino è stato nominato ufficialmente amministratore parrocchiale della comunità i cui fedeli ricadono territorialmente sotto competenza della chiesa di San Michele e della “cappella” della Madonna delle Grazie. Amministratore parrocchiale rientra nella nuova terminologia che, in sostanza, vuole dire parroco di una realtà comunitaria, ma padre Mario, della congregazione dei Padri Passionisti, ha sempre svolto questa missione, in quanto, pur figurando padre Mario Caccavale passionista responsabile della parrocchia di “Itrialto”, come suol dirsi in paese, padre Mario Corvino, di fatto, ha sempre portato la sua presenza in chiesa e, soprattutto, nelle case.

Ora che padre Caccavale ha assunto altri incarichi nell’ordine della sua congregazione, padre Corvino gli è subentrato anche sulla carta. E la gente gli ha tributato quell’attestazione di affetto e di stima che la sua azione pastorale, sulla scorta dell’esempio tracciato per oltre cinquanta anni da don Mario Mancini, gli ha saputo meritare. Descriverne la figura e la portata, per chi non lo conoscesse, è fatica ardua, in quanto le parole non riuscirebbero mai a contenere quelle obiettive valutazioni tanto positivamente sentite nei suoi confronti. Già da quando era solamente un componente della comunità dei Padri Passionisti, padre Mario non si è mai rifiutato di svolgere la sua azione pastorale nella due parrocchie tanto numerose e dove il supporto di una seconda guida pastorale in certe occasioni si avvertiva necessaria. Anche da parroco di santa Maria Maggiore, l’altra parrocchia, non ha fatto mai mancare il suo contributo operativo nella realtà di San Michele quando le evenienze lo richiedevano. Nonostante fosse impegato anche come cappellano presso la struttura sanitaria “Casa del Sole” a Formia, la sua presenza, dimessa e discreta, nelle case dove si consumavano drammi e situazioni ciritiche è stata sempre crescente, contribuendo, spesso, a far superare il disagio interno all’animo dei fratelli cui si rivolgeva.


Schivo e ritroso verso la conclamazione mediatica della sua persona, è sempre stato l’umile pastore dedito soprattutto alla cura delle anime, rifuggendo dagli encomi, spontanei e tanto numerosi, che tutti intendevano tributargli. E la gioia della comunità parrocchiale, vissuta sabato 17, è stata la riprova di come la gente, soprattutto quella semplice e tanto schietta, voglia bene a chi ha fatto del Vangelo messo in pratica la ragione della sua missione, al servizio, non solo di quanti già conoscono e amano Dio, ma anche e soprattutto di quelle tante pecorelle cui la luce della Verità non è stata portata con l’adeguata manifestazione della dedizione e della coerenza cristiana.

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