2005 – 2 Febbraio 2012. Sono passati sette lunghissimi anni da quel triste giorno che divise per sempre le nostre strade. Era il 2 febbraio del 2005 quando senza clamori Antonio ci disse addio. La città non ti ha mai reso onore come avresti meritato, noi ancora oggi gli unici a ricordarti.
La notizia fa subito il giro della città;, nei bar e in piazza non si parla d’altro. Antonio si è arreso, ha deposto le armi e ci ha lasciato. L’ha fatto senza alcun preavviso, sorprendendoci ancora una volta, come sempre ha amato fare. Ci ha preso in giro una volta per tutte, se ne è andato via nel silenzio, ed il vuoto che resta è incolmabile. Sono passati sette anni da quel maledetto pomeriggio, ne abbiamo viste di cotte e di crude, le esperienze di ognuno e la vita tra affetti e lavoro ci han portato a sorridere e piangere per mille ragioni, eppure il ricordo dei funerali del mitico Capacchione è più forte di tutto e rappresenta fedelmente il sentimento che legherà per sempre questa nostra città al suo figlio più amato e sorridente. E come tradizione insegna, il genio merita riconoscenza, l’estro va doverosamente premiato. Antonio era il nostro fuoriclasse, il nostro numero dieci. Come quella maglia rossoblu che da anni lo accompagna, tra le sciarpe del suo Fondi e della sua Juve. Basta una scintilla per rivivere il pomeriggio dell’ultimo saluto a Capacchione, e le immagini ti passano nella mente, rivedi la piazza di San Pietro stracolma di gente, persone di ogni età; accorse per tributare un applauso alla sua salma, uomini, donne e bambini, i suoi migliori amici. Le lacrime versate in quei giorni hanno preso col passare del tempo il sapore di un sorriso, perchè siamo convinti che sia il modo più giusto per parlare di un nostro fratello.
Il suo nome riecheggia da sette stagioni negli stadi dello Stivale, attraverso il nostro blog e lo striscione dedicato a lui che non manca mai. Antonio ha saputo farsi conoscere dappertutto, ed ovunque ha trovato la stima ed il massimo rispetto. Chi già lo conosceva nonostante non fosse fondano come noi ne ricorda la simpatia irrefrenabile, l’animo generoso, la voglia di vivere. Eppure parlare di lui come fosse un ultras è sbagliato. Antonio era e resterà un simbolo della nostra città, non soltanto un sostenitore accanito del Fondi in ambito calcistico e sportivo in generale. Era e resterà una figura autentica di orgoglio e senso di appartenenza. Di amore per la propria terra, per la propria gente, per la propria storia ma molti, la stragrande maggioranza dei fondani a dire il vero, hanno fatto presto a dimenticarsi di lui, basti pensare che le stesse Istituzioni si sono infatti limitate all’intitolazione di una piccola struttura in suo nome. Ebbene, potrà sembrarvi strano ma Antonio rappresenta ancora oggi la risposta a tutto ciò: fossimo insegnanti il suo nome, la sua vita, il suo esempio sarebbero al centro di una lezione, di un progetto, di una tesina. Personaggio indimenticabile, prodotto genuino di pura Fondanità, buono ed affettuoso, ha saputo trasmettere agli altri il significato di un sorriso e la forza di un abbraccio sincero.
Fondi deve tanto ad Antonio Iacuele! E tanto, e tanto, e tanto!
Curva Antonio Iacuele, così recita il murales realizzato da Noi sotto la Curva e così recita l’altro murales che fa sfoggio di se all’esterno del Purificato. E se oggi siamo lì su quei gradoni a cantare il suo nome ed a ripetere le sue gesta, il merito è tutto suo. E domenica 5 febbraio, in occasione della partita tra Fondi e Gavorrano, lo ricorderemo ancora. Chi ama non dimentica!