CRISI PESCA: PESCATORI, ASSOCIAZIONI, SINDACATI E SINDACI CONVOCATI IN PROVINCIA

Un incontro per muovere le acque … E i pescherecci. Questa mattina a Latina, alle 10, presso la sede della Provincia, le questioni e i problemi della pesca del Compartimento marittimo pontino saranno al centro di un confronto organizzato dall’assessore Enrico Tiero a cui sono stati invitati i presidenti della Coop Porto Salvo II° Damiano Colozzi e dell’associazione Pescatori del Golfo Antonio Fantasia, Federcopesca, Federpesca, Agci Agrital, Lega Pesca, le segreterie generali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e tutti i sindaci deicomuni pontini che si affacciano sul mare. Dieci le proposte avanzate in un documento redatto dai pescatori del Golfo di Gaeta e condiviso dagli altri comparti marittimi.

IL COMANDANTE TOMAS IERI PRESSO LA SEDE DELLA DIREZIONE GENERALE DELLA PESCA A ROMA


*Il comandante Francesco Tomas*

“E’ stato un momento interessante di confronto e comprensione delle doglianze espresse dei pescatori del compartimento di Gaeta per verificare margini alle loro richieste”. Così il comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta ieri al termine dell’incontro avuto presso la Direzione Generale della pesca a Roma proprio sui problemi del comparto marittimo che presiede. Pochi, però, su uno dei temi più cari alla categoria, la licenza a punti, i margini a disposizione: “Credo sarà molto difficile tornare indietro sulla licenza – ha detto Tomas – visto l’intento del Ministero teso a responsabilizzare la categoria. Su altre questioni più tecniche – ha aggiunto – l’impressione è che ci possano essere dei margini”.

Il documento e le proposte avanzate dai pescatori del comparto marittimo di Gaet

1.         Licenza a punti   – Ministero Politiche Agricole e UE –

                                     -Si propone ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo e del Lavoro-

La licenza a punti colpisce direttamente il valore del natante, e con il tempo  deprezza la possibilità di vendere l’imbarcazione stessa o demolirla.

Si tratta di una “espropriazione” indebita del diritto al lavoro.

Se anche la licenza venisse trasformata in una patente a punti, ad esempio, la piccola imbarcazione di 6 metri, che vede imbarcato un solo pescatore, vedrebbe al contempo la perdita del lavoro da una parte, e dall’altra l’impossibilità di riavviarsi al lavoro.

Chi comprerebbe oggi un natante da pesca con il rischio di vedere il suo valore annullato completamente e i membri di equipaggio disoccupati?

Non ultima una considerazione molto importante : 10 punti su un piccolo gozzo producono un danno figurativo di 5.000 euro, lo stesso punteggio su un’imbarcazione di 50 tonnellate, producono un danno di 50.000 euro.

Oggi la Legge prevede la privazione del diritto al Lavoro solo in casi di mafia o comunque in casi di episodi criminosi.

Si va dalla pesca di esemplari sottotaglia che ‘vale’ 5 punti, al non rispetto della distanza minima dalla costa (6 punti), all’utilizzo di reti o attrezzi non regolamentari (4 punti); una volta raggiunta quota 18, la licenza di pesca viene sospesa per 2 mesi; per poter cancellare i punti, l’unico modo è non commettere infrazioni gravi per tre anni. Fondamentale non raggiungere quota 90, punto di non ritorno, essendo il limite massimo al di sopra del quale la licenza viene definitivamente ritirata con il peschereccio che verrà cancellato dall’archivio delle licenze.

 

2.           Taglie delle specie – Misure e Riproduzione – Ministero Politiche Agricole-UE-

I pescatori, non avendo le Associazioni fatto opposizione al Reg. CE, e non avendo presentato i piani di gestione nei tempi, chiedono che la Provincia di Latina, in accordo con il Comandante del Compartimento di Gaeta, effettuino uno studio sugli areali,  che verifichi qualità, specie, taglie minime, e periodi di riproduzione e quanto altro necessario affinché Bruxelles recepisca le istanze di modifica delle taglie. L’istituto di ricerca verrà scelto e concordato con i pescatori.

 

 

3.           Pesca – Limiti dalla costa e profondità – Ministero Politiche Agricole-UE-

Il nuovo regolamento comunitario, Reg. (CE) N.1967/2006  ha imposto di pescare comunque ed in ogni caso a partire da 3 miglia dalla costa.

Il precedente regolamento,  Reg. (CE)  N. 1626/94 in considerazione delle profondità e della conformazione dei fondali aveva previsto come ulteriore limite, quello dei 50 metri di profondità. Questa norma dovrebbe essere ancora attuabile quando le caratteristiche delle coste sono particolarmente differenti dal territorio preso come riferimento dal legislatore.

Si pensi ad esempio alle isole dove i fondali sono subito profondi a pochi metri dalla costa. Ciò equivale per un pescatore a ritrovarsi, nel limite di tre miglia, in mare aperto con gravi ripercussioni sull’incolumità degli imbarcati, e sull’incidenza dei giorni di lavoro in condizioni meteo-marine non favorevoli, ma nei limiti dell’attività di pesca.

Si chiede pertanto che, anche sulla base nello studio di cui al precedente punto 2, venga ripristinata la norma precedente.

 

4.           Regime fiscale – Commissione Finanze della Camera –

Si chiede di applicare alla pesca professionale un regime fiscale basato su indici di redditività sui quali calcolare successivamente le imposte. Si tratta di uniformare il comparto a quello dei Paesi UE dove questa politica fiscale ha permesso l’aumento delle quote di cattura.

Infatti, la possibilità di non avere indici presuntivi di ricalcolo del reddito, ma semplicemente una percentuale pari nella media al 25% sulla quale calcolare le imposte, ha fatto lievitare il PIL del settore, puntando su una tassazione certa e concordata, mantenere i livelli occupazionali, garantire allo Stato che l’azienda di pesca non potrà mai dichiarare un perdita, e quindi bilanci sempre positivi, se pur in momenti di crisi come quello attuale, molto bassi anche nei ricavi.

In Italia questo regime fiscale viene applicato in agricoltura per ciò che riguarda le attività di servizi o le cosiddette attività connesse.

 

5.           Lavoro UsuranteMinistro del Welfare

Le lavorazioni notturne, al pari di quelle svolte su turni, per effetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. n. 67/2011 garantiscono un beneficio ai fini pensionistici che,

al termine della fase transitoria, ammonterà a uno sconto sul requisito anagrafico e sulla somma tra periodo di contribuzione ed età del lavoratore.

La pesca sicuramente rientra nella tipologia di seguito riportata : lavoratori che prestano la loro attività per almeno tre ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo.

6.           Dismissione spadare e conseguenze socio-economiche – Welfare e Politiche Sociali –        

                                                                                               Verificare utilizzo del FSE –

Il finanziamento per la dismissione delle draghe idrauliche (turbosoffianti), utilizzati per la pesca delle vongole e dei cannolicchi e quello per il ritiro delle reti derivanti per la pesca del pesce spada, non ha però creato nuova occupazione ed anzi, per le isole minori e il sud Italia, l’eliminazione di questo tipo di lavoro,  ha allontanato i giovani dal mare e dalla pesca. Accanto alla tutela della risorsa non è stato previsto un piano idoneo di mantenimento dei livelli occupazionali e di sburocratizzazione atto a favorire la riconversione della pesca e la gestione responsabile delle risorse con strumenti quali palangari o ferrettara, o nuove forme di cattura necessarie per utilizzare le imbarcazioni da pesca “riconvertite”.

Una considerazione importante, ad esempio, va nella direzione nell’aumento dell’uso sulle isole minori e nelle marinerie che utilizzavano tale mestiere, nell’uso di droghe e alcool, associate ad un aumento dei problemi di natura psicologica, quali la depressione.

Tutto ciò ha aumentato lo spopolamento delle isole minori.

7.            Priorità nelle demolizioni –  Ministero Politiche Agricole e DG Pesca

Dare priorità nella liquidazione delle pratiche di demolizione a quelle famiglie che hanno avuto i propri familiari/armatori vittime sul lavoro in mare.

E’ accaduto e accade che quando un pescatore muore, i superstiti presentano la richiesta di liquidazione del premio di demolizione.

Ebbene, in questo caso specifico, la domanda segue l’iter normale di graduatoria, anche se per la famiglia la pesca rappresentava l’unica fonte di sostentamento.

8.           Fondi Europei – FEAMP – Ministrero Politiche Agricole e UE –

Il budget proposto del FEAMP, che sostituirà l’attuale Fondo europeo per la per la pesca (FEP) e vari altri strumenti, ammonta a 6,5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020.

Quello che chiediamo, in considerazione delle scelte fatte dalla UE, è dare priorità alle domande di demolizione presentate e giacenti presso dal D.G. esca di Roma.

Bisogna ulteriormente considerare che quei 6,5 miliardi dovrebbero essere destinati, secondo fonti di Bruxelles, alla pesca artigianale e all’acquacoltura.

Occorre quindi tener conto dei piani programmatici di gestione e di autogestione.

 

9.            Parco della Riviera di Ulisse e Aree interdette alla piccola pesca –

                                                                         Parco della Riviera di Ulisse e Regione Lazio

La creazione del Parco della Riviera di Ulisse e la delocalizzazione degli impianti di acquicoltura, hanno interdetto circa 200 ettari di mare alla piccola pesca costiera con le cosiddette “rezzelle”.

I Comuni di  Formia, Gaeta Minturno e Sperlonga, sono interessati da questo fenomeno.

Il progetto da noi presentato, ripreso da quello già agli atti del Parco nel 2007, realizzato e pubblicato da un professionista del Golfo a puro spirito liberale, prevede una integrazione socio-turistica-culturale, volta alla gestione delle aree.

La domanda posta sia all’allora Presidente Erminia Cicione che all’attuale Commissario Cosimino Mitrano, è la seguente : perché la piccola pesca costiera non rientra nel Comitato e/o nel Consiglio di Gestione del Parco con una figura scelta dai pescatori e tra i pescatori residenti e operanti nei Comuni del Parco?

 

10.       GAC – Gruppi di Azione Costiera – Regione Lazio e Comuni interessati –

I Gruppi di Azione Costiera sono finanziati dal FEP e prevedono misure integrate di gestione dalla fascia costiera.

I pescatori chiedono di essere parte integrante dei GAC, non attraverso le Associazioni di Categoria, ma direttamente, attraverso essi stessi, due rappresentanti per ciascun Comune interessato ai progetti,  questo perché i fondi sono stanziati grazie alla loro presenza e al loro lavoro.