CRISI PESCA: IERI L’INCONTRO IN PROVINCIA. SI LAVORA A UN NUOVO DOCUMENTO

Ampio consenso. Tutti compatti sulle dieci proposte presentate dai pescatori del Compartimento marittimo di Gaeta. Così ieri mattina, presso la sede della Provincia di Latina, l’incontro sulle problematiche del settore della pesca pontina. Presenti le associazioni di categoria, i sindacati, tutti i sindaci dei comuni costieri. Un incontro fortemente voluto dall’assessore Enrico Tiero e che ha visto un’ampia convergenza da parte di tutti i partecipanti.

In apertura di seduta proprio il documento preparato dalla marineria del Golfo è stato letto. Nessuna obiezione ai temi proposti, mai come in questo momento condivisi. “Sindaci e assessori presenti – ha detto Antonio Fantasia dell’associazione Pescatori del Golfo – si sono accorti che il problema c’è, che l’intero settore pesca è in sofferenza: è un dato oggettivo considerato anche il recente licenziamento di oltre l’80% dei marinai a bordo dei pescherecci nel solo Compartimento Marittimo di Gaeta”.


Modifiche al documento però ne verranno fatte. “Da domani mattina (oggi per chi legge) saremo impegnati in un tavolo di lavoro tra associazioni, rappresentanti di categoria e Capitaneria di Porto proprio presso la sede della Guardia Costiera di Gaeta – spiega Fantasia -, prepararemo un nuovo documento, partendo da quello già votato nell’ultimo Consiglio Provinciale, ampliando le proposte con degli accorgimenti legali legati alla normativa comunitaria”.

Un lavoro che i pescatori cercheranno di terminare in breve visti i tempi risicati dovuti alle difficoltà del settore
per cui ogni giorno che passa si avvicina il baratro. L’obiettivo è quello di presentare già martedì il documento in Provincia e poi di condividerlo con altre Province che abbiano lo stesso problema, e non sono poche, coinvolgendo, se possibile, anche le Regioni. Destinatario finale Bruxelles e la UE.

“In Europa – spiega Fantasia – devono capire che le nostre imbarcazioni non sono così grandi come possono credere. Noi non abbiamo a disposizione navi fattoria, che stanno in mare per mesi e trasformano il pescato in prodotto finito, anche inscatolandolo. L’intera flotta italiana è composta  di imbarcazioni di non più di quindici metri. Non si può scrivere un articolo e attuarlo senza conoscere quale è il nostro lavoro”.

Sulla licenza a punti, poi, il tema più dibattuto nella categoria, i margini restano comunque pochi seppure i pescatori non si arrendono: “Su altre questioni c’è stata un’apertura mentre sulla licenza a punti credo sarà difficile ottenere qualcosa – dichiara Fantasia – ma noi andremo avanti con il nostro ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo e del Lavoro. L’imbarcazione è una nostra proprietà, il nostro mezzo di sostentamento e non può esserci tolta. Ce la siamo comprata con fatica e sudore senza chiedere nulla a nessuno”.

La proposta in via di attuazione prevede che al raggiungimento di infrazioni pari a 18 punti (pescare esemplari di pesce sottotaglia porta a 5 punti di ammenda –  ci si chiede come sia possibile accorgersene una volta ritirate le reti -, non rispetto della distanza minima dalla costa 6 punti, utilizzo di reti o attrezzi non regolamentari 4 punti), la licenza di pesca venga sospesa per due mesi; per poter cancellare i punti persi, l’unico modo è non commettere infrazioni gravi per tre anni. Fondamentale, però, non raggiungere quota 90, punto di non ritorno, essendo il
limite massimo al di sopra del quale la licenza viene definitivamente ritirata con il peschereccio conseguentemente cancellato dall’archivio delle licenze. Altri incontri con le marinerie locali sono nel frattempo già in previsione. Martedì, se i tempi saranno rispettati, il prossimo fondamentale passaggio burocratico e istituzionale.

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