LAZIO, CONSULTA FEMMINILE: FUMATA BIANCA IN CONSIGLIO

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mario Abbruzzese (Pdl), ha approvato il rinnovo della Consulta femminile per le pari opportunità, organismo consultivo statutario della Regione Lazio, nato per promuovere la parità giuridica tra uomini e donne e il superamento di ogni discriminazione. Sono state ammesse 188 associazioni operanti sul territorio. La Consulta, che deve essere rinnovata ogni quattro anni, è composta da una rappresentante effettiva designata da ogni associazione che indica anche due membri supplenti. Eventuali altre richieste di ammissione potranno essere presentate anche successivamente, come previsto dalla legge istitutiva della Consulta (legge regionale 58 del 1976), e come ha ricordato all’Aula il presidente della la IX Commissione Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, Maurizio Perazzolo (Lista Polverini), illustrando il lavoro istruttorio svolto dalla commissione da lui presieduta.

L’elenco delle 175 associazioni ammesse, a seguito dell’istruttoria della IX commissione conclusosi a febbraio dello scorso anno, è stato integrato dal presidente Abbruzzese con altre tredici associazioni, che inizialmente erano state escluse – come CGIL Roma e Lazio e CISL Lazio – , per presunta carenza di documentazione o altri errori formali, provocando vivaci proteste da parte dell’opposizione in IX commissione. L’eco lontano di tali proteste è giunto nell’Aula per bocca di Tonino D’Annibale (Pd) il quale ha parlato di “gestione personalistica” della commissione presieduta da Perazzolo. Secondo D’Annibale, dopo un anno e mezzo, la situazione si è sbloccata, e quindi l’Aula ha potuto procedere al rinnovo della Consulta, solo grazie all’intervento del presidente Abbruzzese.