MOSTRA “PROFONDO E’ IL MISTERO NEGLI OCCHI…MIEI” DEL MAESTRO ALESSANDRO GILIBERTI AL MUSEO DIOCESANO DI GAETA

L’Associazione Amici di Gaeta Città d’Arte in collaborazione con il Museo Diocesano di Gaeta e l’Associazione Artando presentano la Mostra “Profondo è il mistero negli occhi…miei” del Maestro Alessandro Giliberti presso le sale a Gaeta del Museo Dicocesano – Palazzo Cardinale De Vio. L’inaugurazione è prevista per sabato 30 giugno 2012 alle ore 19.00. La Mostra sarà aperta da sabato 30 giugno a domenica 15 luglio 2012 con apertura il Giovedì – Venerdì – Sabato e Domenica dalle ore 18.00 alle ore 24.00.
Antonella Giliberti, psicologa e arte terapeuta in psicoterapia sistemico – relazionale, così spiega l’arte di Alessandro Giliberti: “Uno sguardo impresso nel tempo, occhi come riflesso ancestrale, specchio della vita dello spettatore e dell’anima dell’artista: ecco cos’è un ritratto. Riverbero del subconscio o pura rappresentazione di bravura tecnica? Spesso lo spettatore si scopre perso e incantato di fronte all’incompleto, a una “semi – persona” che però riesce a rappresentare in toto l’essenza di sé…nel guardare negli occhi queste “figure” non possiamo far altro che immergerci nei sentimenti che stanno muovendo lo sguardo rappresentato …dove starà guardando? Chi sarà veramente? E lì affiorano i vissuti, nostri o dell’Artista? Lo sguardo dei ritratti del Maestro Giliberti, puntando spesso nei nostri stessi occhi, sembra alle volte sfidarci, altre volte comprenderci e poi impietosirsi e ancora incitarci…ma cosa ha sentito l’Artista e l’ha spinto a dipingere o plasmare? Voleva forse smuoverci a cercare una risposta? Quale risposta e a quale domanda? Probabilmente qualsiasi domanda che implichi una ricerca, un dubbio che ci sveli almeno un pezzetto del nostro animo così come l’Artista ha svelato il suo nell’opera. Spesso negli occhi delle sue “figure” è netto l’autoritratto: lo sguardo severo e saggio del Maestro impregna profondamente il ritratto della propria anima.
Poi, facendoci trasportare dalle sensazioni, affiorano ulteriori domande: che enigmi nascondono quelle “figure” che non ci guardano negli occhi ma bensì altrove? Ci stanno mandando un messaggio? La risposta che creiamo è una favola che si avviluppa e si districa tra il nostro inconscio e quello dell’artista. Tutto ciò per farci provare un emozione – non importa se piacevole o spiacevole – purché, in questa società fatta di schermi che nascondono gli sguardi, sia finalmente vera e sentita.
In fin dei conti l’Arte è il paradosso della “verità nella finzione”. Essa nasce sì da una necessità dell’artista ma si sviluppa solo nell’incontro con lo spettatore: a cosa servirebbe quello sguardo se non ci fosse nessuno a ricambiarlo?”
Un appuntamento artistico da non perdere.