ITRI, SABRINA AGRESTI RACCONTA: “HO IL GLAUCOMA, MARIJUANA A USO TERAPEUTICO”

*Sabrina Agresti*

Da ventidue anni è affetta da glaucoma e per questo ha tentato l’ultima strada che le resta per rallentare il progredire della sua malattia il cui esito è la cecità. Sabrina Agresti, 48 anni, arrestata sabato scorso dai carabinieri della stazione di Itri per possesso di alcune piante di cannabis, solo una in realtà era ancora in vita, interrate nell’agriturismo che gestisce, non ci sta a passare per una spacciatrice.

La marijuana che avrebbe ottenuto dall’unica pianta di cannabis in possesso, infatti, le sarebbe stata utile per iniziare una terapia alternativa ai farmaci della durata di trenta giorni, come tra l’altro le aveva consigliato già dieci anni fa il suo oculista.


“Ho sempre avuto paura di abbandonare i farmaci – spiega – ma ora la mia malattia sta peggiorando ogni giorno di più. Sono ventidue anni che ne sono affetta e, stando alla media, ho ancora soltanto quattro anni prima di perdere la vista. Non so nemmeno se la marijuana avrebbe prodotto su di me l’effetto benefico di rallentamento della malattia visto che non ho potuto cominciare la cura, seppure esistono studi e casi trentennali che confermano questa tesi, ma quando sei disperato ci provi. Avrei dovuto cominciare questa cura a breve, non appena terminato di essiccare le prime foglie, per poi assumerle tramite infusione ma, come ho spiegato al giudice Rosanna Brancaccio, non è stato possibile a causa dell’intervento dei carabinieri”.

Sottolinea: “A oggi non c’è una cura per il glaucoma che, voglio ricordarlo, è una malattia degenerativa che provoca lesioni non reversibili del nervo ottico. Normalmente la pressione endoculare in un soggetto normale è venti, nel mio caso è quaranta, ed è determinata dalla quantità di liquido prodotto all’interno dell’occhio: più liquido c’è nel bulbo oculare e più alto è il valore della pressione. L’assunzione di marijuana, invece, determinerebbe un abbassamento di questa pressione rallentando il progresso della malattia”.

Il 21 gennaio Sabrina Agresti, dottoressa in giurisprudenza, a seguito dell’arresto è sottoposta all’obbligo di firma due volte a settimana, dopo aver rifiutato il patteggiamento, “Non mi sento colpevole di nulla”, tornerà in Tribunale a Gaeta per difendersi dall’accusa di detenzione e coltivazione: “Esiste una giurisprudenza affermata che ha portato quattro regioni italiane, Puglia, Liguria (la cui legge regionale è tuttavia stata impugnata), Toscana e Veneto, che punta a creare una filiera di produzione nella zona di Rovigo, in cui l’uso terapeutico è riconosciuto. Lotterò per vedere riconosciuto il mio diritto in Lazio a curarmi come meglio credo. Non mi si può togliere la speranza di stare meglio”.

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