“UNA FAVOLA REALE NELL’ATTUALE”, A CORI LA NUOVA MOSTRA DELL’ARTISTA FRANCESCO PORCARI

*Francesco Porcari*

Si inaugura domenica 18 novembre 2012, alle ore 10.30, a Cori presso l’Azienda Agricola Marco Carpineti la mostra “Una favola reale nell’attuale” dell’artista Francesco Porcari, curata dall’architetto Gabriella Colucci e dallo storico dell’arte Domenico Bilà. La mostra, patrocinata dal Comune di Cori – Assessorato alla Cultura, è stata organizzata dall’Associazione Culturale “Il Sipario” e dall’Azienda Agricola Marco Carpineti e rimarrà aperta al pubblico fino a sabato 8 dicembre 2012.

All’inaugurazione interverranno: il sindaco di Cori, Tommaso Conti; il delegato alla Cultura, Roberto De Cave; Gabriella Colucci, curatrice dell’allestimento della mostra, Domenico Bilà, curatore e presidente dell’Associazione Culturale “Il Sipario” e Irene Baratta.


Francesco Porcari, nato a Cori, studia presso il Liceo Artistico di Via di Ripetta a Roma. Una volta conseguito il diploma completa la sua formazione artistica frequentando l’Accademia di Belle Arti di Roma e specializzandosi nel settore scenografico. Porcari espone le sue opere pittoriche sin dal 1960 e continua tutt’oggi la sua carriera artistica con nuovi dipinti e numerose mostre a carattere nazionale ed internazionale. Dopo aver vissuto e lavorato per lungo tempo a Roma, vive oggi nel suo paese natale, i cui luoghi sono fonte primaria di ispirazione per le figure ed i paesaggi dei suoi quadri.

In “Una favola reale nell’attuale” Francesco Porcari presenta nella nuova sede dell’azienda agricola di Marco Carpineti  la sua ultima opera costituita da 25 ritratti.  Si tratta di un’indagine figurativa dalla quale emerge un metodo di interpretazione  della realtà basato sulla sintesi anziché sull’analisi.  Al variare delle condizioni storiche le tendenze essenziali della mente umana  vengono espresse da “termini” o “concetti”. Questi, a loro volta, danno seguito a  “oggetti” o a “eventi”che si risolvono in forme mettendo in evidenza l’importanza  dell’indagine iconologica e della storia di sintomi culturali o simbolici.

I ritratti presentati sono autonomi, sono ritratti in sé, non sono in relazione con personaggi dei luoghi, ma giovani non individuabili.  Giovani sottoposti alla pressione di una situazione sociale non ideale, anzi, drammatica, a cui rispondono con espressioni di triste meraviglia e di inquietudine. Le fisionomie sono icone: le nuove “icone”che l’invenzione pittorica dell’autore deriva da una presa di coscienza della realtà fenomenica.  La forma è autonoma, dal carattere finito. Né figurativa né astratta, né contenutistica né concettuale. Oggi per Francesco Porcari, la concezione della creatività è fatta di passi decisionali: non la rappresentazione, della realtà ma il risultato di un sofferto giudizio critico, di una visione percepita.

L’opera viene esposta nella prima sala con 25 nuove tele che insistono su un unico tema: volti di giovani. È questo un tema dell’arte che non può dividersi dal mondo fenomenico, ma, nel contesto figurativo attuale indica la libera e responsabile determinazione dell’autore nata da un’urgenza interiore. In anni addietro, lungo tutto il percorso artistico di Francesco Porcari, il ritratto è stato un tema prediletto. I vecchi ritratti però, che nel giudizio di bellezza continuano ad avere un significato proprio con intrinseche qualità, appaiono al confronto con la recente opera, solo un’appassionata testimonianza: la grande umanità, le tradizioni, i costumi del luogo tanto amato quanto gli stessi attori rappresentati. Sono disposti in altra sala questi bellissimi vecchi ritratti e gli astanti potranno, nel confronto, vedere apparire la coscienza dell’autore che li ha conformati.