***video***RIAPERTURA ODONTOIATRIA A GAETA, DOPO IL TAR ALL’ORIZZONTE LA RICHIESTA DI NOMINA DI UN COMMISSARIO AD ACTA

“Odontoiatria deve riaprire e riaprirà”. Lo afferma, sentenza del Tar del Lazio alla mano, l’avvocato Marco Tomassi. Lo confermano al suo fianco il dottor Francesco Occipite Di Prisco e il padre di uno dei ragazzi disabili che nel reparto dell’ospedale Mons. Di Liegro di Gaeta soppresso il 3 luglio vede la garanzia a livelli essenziali di assistenza sanitaria. L’Asl di Latina, però, non risponde e non riapre la struttura nonostante la sentenza del Tar sia immediatamente esecutiva. Sono diverse centinaia i pazienti per cui Gaeta è un centro di riferimento, rare nel centro sud Italia, nessuna tra Napoli e Roma. Ieri sono arrivati i nuovi macchinari ordinati quando il presidio era ancora attivo: oltre quattro i mesi di ritardo sulla consegna. E intanto si profilano reati penali per chi ancora ignora quanto ha decretato il Tar: “Interruzione di servizio pubblico, la Procura di Latina è stata informata, aggravata da quanto stabilito dal Tar”, documenta l’avvocato Tomassi.


Il centro unico di prenotazioni, intanto, a riprova che il servizio non è disponibile, già da qualche mese non accoglie prenotazioni come riconosciuto pubblicamente lo scorso ottobre dal direttore del distretto sanitario Antonio Graziano. “Le persone che si rivolgevano all’Uosd non possono rivolgersi a strutture private: sono pazienti con fragilità sanitaria e disabili, curabili solo in strutture specializzate, “meno che mai in odontoambulanza”, come ha scritto l’Associazione Italiana Odontoiatri in una lettera aperta al direttore dell’Ausl Sponzilli e al commissario ad Acta Bondi”, ribadisce Paola Villa che ospita l’incontro nella sede di “Un’altra città” a Formia.

*Un momento della conferenza stampa*

“A oggi nessun intervento in anestesia totale è stato eseguito”, sottolinea il dottor Occipite Di Prisco, facendo riferimento a quanto andato in scena la settimana scorsa quando a Gaeta, alla presenza dell’assessore Aldo Forte, sono state curate delle persone. “Nessuna di loro aveva necessità urgenti – chiarisce Occipite Di Prisco -. Quegli interventi potevano essere svolti in un normale ambulatorio. Perché, invece, non sono stati convocati coloro i quali avevano necessità di un intervento e una prenotazione andata annullata a seguito della chiusura del reparto?”.

“Potrebbe esserci stato un utilizzo improprio di strutture pubbliche”, sintetizza l’avvocato Tomassi riferendosi all’associazione Simo che ha svolto gli interventi e gestisce il servizio di odontoambulanza, riferisce l’Associazione Italiana Odontoiatri, assorbendo una somma pari a un terzo del bilancio dell’Odontoiatria Sociale di tutta al Regione Lazio (oltre un milione di euro). E, peraltro, non più per l’ospedale Eastman di Roma che ha deciso di convenzionarsi con un altro servizio. Di fatto, e questo è un dato certo, se l’Asl non darà seguito a quanto stabilito dal Tar, nei prossimi giorni, proseguendo nella propria battaglia legale, i ricorrenti chiederanno la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca al direttore Asl perché il reparto sia riattivato. Ci vorrà del tempo ma odontoiatria sarà riaperto.

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