LAVORA PER DUE ANNI COME MEDICO SULLE AMBULANZE DEL 118 MA NON SI ERA MAI LAUREATA

Una truffa da oltre 40mila euro alla Croce Rossa Italiana, e più precisamente al comitato provinciale di Latina, sarebbe stata organizzata e messa a segno da una donna originaria di Roma che, producendo una falsa documentazione e addirittura falsificando una laurea in medicina e chirurgia, ha prestato servizio a bordo delle autoambulanze dell’Ares 118 nel territorio di Latina dal 14 agosto del 2008 al 18 giugno del 2010. Con questa ipotesi di reati il 16 gennaio prossimo si svolgerà l’udienza preliminare con il Gup Nicola Iansiti dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Raffaella Falcione emessa nel settembre scorso.

La vicenda inizia tuttavia quasi quattro anni fa, nel 2008, quando la donna fa richiesta di collaborare a bordo delle autoambulanze Ares in qualità di medico chirurgo e presentando la domanda al comitato provinciale della Croce Rossa di Latina in virtù di una convenzione stipulata tra Ares e Cri nel 2006. Domanda ovviamente corredata della documentazione necessaria, compreso il certificato di laurea in medicina e chirurgia e una dichiarazione della oggi 34enne romana sulla sua regolare iscrizione all’Albo dei Medici di Roma. Anche il suo curriculum era dotato dalla certificazione dell’Ordine.


A quel punto la Cri di Latina stipula un accordo con la presunta dottoressa con un contratto di prestazione d’opera dal valore retributivo di 20 euro lorde all’ora. La collaborazione inizia nell’agosto del 2008 per finire nel giugno del 2010, periodo durante il quale la donna presta servizi sanitari di primo intervento a bordo delle autoambulanze della Croce Rossa provinciale. Allo scadere del contratto il medico romano matura quasi 44mila euro per le prestazioni svolte, poi effettivamente liquidate dalla Cri. Ma proprio a margine della scadenza della collaborazione il responsabile della vigilanza e controllo sul personale che lavora con l’Ares, Paolo Viola, scorge delle anomalie nelle documentazioni presentate e chiede all’Ordine dei Medici di verificare l’autenticità della documentazione prodotta al comitato provinciale della Croce Rossa Italiana.

Passano pochi giorni e la Croce Rossa sospende la dottoressa dal servizio. E, infatti, contestualmente è proprio l’Ordine di Roma a presentare una denuncia alla Procura della Repubblica per aver prodotto una falsa documentazione: la donna non è stata mai iscritta all’Ordine. Nel mese di agosto arriva addirittura una copia di richiesta effettuata dalla donna per la cancellazione del suo nominativo dall’Albo dei Medici presentata all’Ordine di Roma. Nel marzo del 2011 però la Procura della Repubblica richiede l’archiviazione perché la notizia di reato viene ravvisata come infondata, giustificando la vicenda come un errore materiale originato da un non corretto inserimento del nominativo della donna negli elenchi on-line dell’Albo.

Nel frattempo però, prima che la Procura si pronunciasse con la richiesta di archiviazione, arriva una nuova denuncia, quella del commissario del comitato provinciale della Croce Rossa Giancarlo Rufo che si affida allo studio legale Ferraro e Lancia di Formia. E questa nuova querela ribalta la situazione, perché passano appena sette mesi e la Procura torna sul proprio giudizio revocando la richiesta di archiviazione, peraltro non ancora ricevuta dal Tribunale di Latina, in virtù di nuovi elementi che emergono a giudizio del pubblico ministero.

E questa volta i nuovi elementi sembrano determinanti perché arriva anche il rinvio a giudizio. La donna avrebbe esercitato abusivamente la professione di medico-chirurgo a bordo delle ambulanze della Croce Rossa Italiana senza essere laureata, certificando con raggiri l’iscrizione fasulla all’Ordine e inducendo in errore proprio la Croce Rossa. Percependo perciò illegittimamente i 44mila euro poi effettivamente guadagnati. Da questa vicenda infine è scaturita l’idea di stipulare un accordo con l’Ordine dei Medici di Latina per attivare una procedura di verifica dei medici che iniziano analoghe collaborazioni con la Croce Rossa per il 118 e qualsiasi altro tipo di collaborazione per garantire maggiore garanzia e sicurezza del servizio.