ESTORSIONE A MINTURNO. L'AMBULANTE FORMIANO RACCONTA LA SUA VERSIONE DAVANTI AL GIP

1511409_thumb250-700_dettaglio2_aula-tribunale-giustiziaL’unica colpa – si far per dire – sarebbe quella di aver messo a disposizione la sua amicizia per tentare di ritrovare il furgone rubato ai danni di un suo collega marocchino in via Luigi Cadorna a Scauri. E’ quanto ha detto questa mattina R. M., l’ambulante di 39 anni di Formia arrestato dai Carabinieri con la grave accusa di estorsione continuata in concorso con M. B., 43enne di Minturno, ma residente ad Ausonia e con il figlio minorenne di quest’ultimo che peraltro è stato denunciato a piede libero.

M.R., difeso dagli avvocati Francesco Ferraro e Daniele Lancia, è stato sentito a lungo dal Gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli nell’ambito dell’interrogatorio di convalida dell’arresto chiesto ed ottenuto dal Sostituto Procuratore Marco Giancristoforo.


Il 39enne ambulante di Formia ha offerto una sua versione sui fatti ribadendo la sua totale estraneità; ha dichiarato soltanto di aver agito nel solo esclusivo interesse della vittima nordafricana cui era legato da una profonda amicizia. L’ambulante marocchino, dopo aver presentato denuncia di furto ai carabinieri di Scauri, avrebbe contattato proprio Marrocco per chiedergli un aiuto finalizzato a rinvenire il furgone rubato nei pressi della sua abitazione.

Il Gip Mattioli ha concesso gli arresti domiciliari sia a M.R. che a M. B., quest’ultimo difeso dall’avvocato Armando Pacione di Cassino, una decisione adottata dopo che lo stesso M.R. ha dichiarato di ignorare l’esistenza di un accordo economico, la consegna di 1000 euro in contanti, tra il marocchino e M.B. per la restituzione del furgone rubato a Scauri.

Ma c’è di più. M.R., tra i protagonisti di questa vicenda l’unico a non vantare precedenti penali, ha rivelato al Gip Mattioli un episodio in cui ha davvero manifestato sentimenti di amicizia e disponibilità nei confronti del collega marocchino che l’aveva soccorso e trasportato alcuni giorni fa presso il pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia dopo essersi ferito durante l’attività di vendita nel mercato di Scauri, nel piazzale sottostante l’ex stabilimento Sieci.

Un comportamento – ha tenuto a sottolineare la sua difesa – lontano anni luce dal fissare un appuntamento in un bar di Scauri, sull’Appia, e chiedere danaro in contante.