4° CONGRESSO FEMCA CISL LATINA

DSC_0196Con la relazione del segretario Roberto Cecere si è aperto a Latina il 4° Congresso Provinciale della Femca Cisl al quale hanno partecipato oltre duecento tra invitati e delegati in rappresentanza degli oltre 2500 iscritti che la Federazione dei chimici, dei tessili e dell’energia rappresenta in Provincia. ” Un nuovo modello di rappresentanza per uscire dalla crisi” è stato il tema del Congresso nonché il cardine dell’intervento del segretario che ha sottolineato come la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, sia un concetto che da sempre appartenente al patrimonio ideale e politico della Cisl e della Femca sul quale, con l’ultimo rinnovo del CCNL del chimico farmaceutico, e dell’energia sono state inserite alcune prime aperture da parte delle imprese.

Momento centrale della prima giornata delle due giornate del Congresso è stata la tavola rotonda “Una nuova governance nelle aziende. Un nuovo modello di rappresentanza per uscire dalla crisi” che ha visto la partecipazione di Maurizio Petriccioli Segretario Nazionale Confederale Cisl, di Sergio Gigli Segretario Nazionale Generale della Femca Cisl, di Massimo Noviello Presidente Assovetro, di Ernesto Petroselli Amministratore Delegato Corden Pharma Latina, di Paola Campana della Facoltà di Economia – Università La Sapienza Sede di Latina, di Sergio Viceconte Direttore Confindustria Latina e di Michael Wolters Responsabile Internazionale IGBCE (settore chimico della DGB tedesca). Un incontro seguito con molta attenzione dai delegati e dai tanti ospiti che affollavano la Sala Conferenze della Facoltà di Economia, sede di Latina, dove si è tenuto il Congresso della Femca Cisl.


DSC_0071Una tavola rotonda che, per la rilevanza dei partecipanti, ha offerto spazi di riflessione significativi, rimarcando, se mai ce ne fosse stato bisogno la profonda differenza che esiste tra il sistema delle relazioni industriali in Germania e nel nostro Paese, dove le resistenze alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, trovano buon gioco non solo nel mondo imprenditoriale ma anche in significativi settori del sindacato. Ma se, come è parso chiaro da alcuni degli interventi, i paesi del nord Europa hanno resistito meglio di altri alla profonda crisi che ha investito l’economia di tutto il mondo, grazie a relazioni industriali avanzate che vedono i lavoratori partecipi alle decisioni aziendali, perché non importare questo metodo anche in Italia? Un interrogativo sul quale si è incentrato il dibattito che ha dimostrato tangibilmente quale sia la situazione a livello italiano.
Da una parte la Femca e la Cisl che costituiscono la punta di diamante di quella parte del sindacato che della partecipazione dei lavoratori ha fatto un tema centrale della propria azione politica, dall’altra gli imprenditori divisi tra chi vorrebbe provare aperture e sperimentazioni e chi, invece, teme la perdita di potere decisionale o allungamento dei tempi operativi. “ Un esempio da seguire “ ha sottolineato Roberto Cecere “ è quello di coinvolgere i protagonisti principali, i lavoratori, nelle scelte delle aziende; questo significa creare organismi capaci di dare risposte chiare ad obiettivi condivisi, in grado di reagire in tempi brevi alle esigenze ed alle criticità esistenti sui mercati. In Italia, riuscire ad implementare un sistema di questo tipo significherebbe mettere in campo organismi che se ben incoraggiati e supportati, cambierebbero completamente le relazioni industriali, mettendo sullo stesso piano il rapporto fra capitale e lavoro”.
Il dibattito è comunque aperto non solo a livello nazionale ma, come dimostra l’iniziativa della Femca Cisl di Latina, anche a livello locale dove inizia a farsi strada l’idea che coinvolgere i lavoratori nelle decisioni strategiche delle aziende possa essere uno dei modi per fronteggiare la crisi e tentare di far ripartire il sistema economico.