CORI, CONSEGNATE LE TARGHE DELLA MEMORIA

targa della memoria  a vincenzo agnoniSi è svolto stamattina (lunedì 11 febbraio) presso il teatro comunale di Cori l’incontro pubblico “Le voci della memoria: tra guerra e persecuzione”, organizzato dall’Amministrazione comunale di Cori in collaborazione con l’Istituto Comprensivo «Cesare Chiominto».

Oltre al sindaco Tommaso Conti e al Delegato alla Cultura e Pubblica Istruzione Roberto De Cave, sono intervenuti la scrittrice e giornalista Lia Tagliacozzo; l’ex internato militare corese, Vincenzo Agnoni, e una rappresentanza degli alunni delle scuole medie locali, accompagnati da alcuni loro docenti e dal Preside, Luigi Fabozzi.


Emozionante il racconto delle tre generazioni chiamate a confrontarsi su una delle pagine più drammatiche della storia contemporanea. I 13 studenti che hanno partecipato al Viaggio pontino della Memoria hanno recitato alcune famose poesie sul dramma dell’Olocausto e sull’orrore della guerra e poi letto il diario loro di bordo della recente visita al campo di Concentramento di Auschwitz in occasione della Giornata della Memoria, mentre scorrevano le immagini di quel luogo in cui si è consumata una delle più grandi tragedie generate dall’odio razziale.

Toccante la testimonianza di Lia Tagliacozzo, della comunità ebraica di Roma. Suo nonno, venduto ai nazisti da un “amico” per 5mila lire, fu deportato ad Auschwitz dopo essere passato per il più grande campo di internamento italiano, a Fossoli, provincia di Modena. Era il 2 febbraio 1944 e di lui non si ebbero più notizie. Oltre a ribadire la tragica storia dello sterminio, questa sua esperienza ha messo in luce un altro aspetto spesso trascurato. Tantissimi ebrei, soprattutto in Italia, morirono a causa dell’indifferenza di coloro che rimasero a guardare e dell’infamia di chi li consegnò in cambio di una misera ricompensa. Per fortuna ci furono anche azioni eccezionali di chi ha contribuito a salvare gli ebrei dalle mani della Germania nazista, come accade per la famiglia di sua nonna. Da qui l’appello ai giovani presenti a condannare ogni forma di intolleranza verso le persone fin da subito, prima ancora che possa innescarsi quella spirale che porta alla violenza e poi alla morte.

Il dibattito si è chiuso con i lucidi ricordi di guerra di «Scorzone», il 91enne di Cori che scampò alla programmata fucilazione nel campo della morte di Fullen, dove fu internato con gli altri militari italiani che in seguito all’Armistizio si rifiutarono di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco. Alla guerra seguì la terribile esperienza di prigionia in quel luogo di patimenti e di sofferenza, di lavoro forzato e di morte. Tornarono a casa solo in pochi, dopo aver seppellito, se così si può dire, oltre ottocento connazionali.

Alla fine il sindaco Conti e il delegato De Cave hanno consegnato la targa della memoria ai due ospiti, e a Fabozzi in rappresentanza delle scuole del territorio che hanno partecipato. Impresso sulla tavolozza la frase – “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario – come ebbe a dire Primo Levi – perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.