GAETA, 22 RILEVATORI DEL CENSIMENTO NON PAGATI DAL COMUNE. CAOS SU GRADUATORIE E TASSAZIONI

censimentoSono stati scelti, hanno lavorato eppoi non sono stati pagati. È accaduto a 22 persone che al Comune di Gaeta sono entrate in graduatoria e hanno poi effettivamente svolto le attività di censimento per le quali erano stati incaricati. Un lavoro andato avanti per circa sette mesi, da ottobre 2011 a maggio 2012, e retribuito solo in parte.

Restano approssimativamente 25mila euro circa da corrispondere complessivamente ai 22 con un importo di debito variabile da lavoratore a lavoratore. Ma la cosa più strana è che questi soldi l’ente non li sborsa di tasca propria ma gli vengono girati dall’istituto nazionale di statistica, l’Istat, che è incaricato di svolgere il censimento demandando i singoli Comuni.


Ora, l’importo complessivo atteso dal Comune è stato interamente liquidato e corrisposto dall’ente nazionale di statistica, ma questi soldi non si capisce quale fine abbiano fatto, perchè una sola tranche nel giugno scorso è stata corrisposta mentre il resto, che doveva arrivare entro la fine dell’anno 2012, non è tuttavia mai arrivato. Eppure bisogna ricordare come il Comune abbia ricevuto anche un bonus di circa 13mila euro dall’Istat.

Infatti, oltre alle cifre da riconoscere all’attività di censimento, sono previste cifre bonus per tutti quei Comuni capaci di produrre e pubblicare on-line oltre il 25 percento della rilevazione dei propri dati. Obiettivo centrato da Gaeta che è arrivata al 30 percento dei dati pubblicati in rete.

E allora dove sono questi soldi? Che siano stati utilizzati per farci altro? Una illazione più che una certezza, perché se da una parte dall’ufficio ragioneria il dirigente Nino Zangrillo non sa dare chiarimenti in merito, dall’altra c’è la garanzia normativa di sapere che i soldi sono vincolati e non possono essere dirottati su altri capitoli di spesa dal Comune. Eppure i 22 rilevatori selezionati il loro lavoro lo hanno svolto e non solo i soldi non arrivano, ma alcuni di loro hanno situazioni finanziarie particolarmente delicate e impegni di spesa da onorare verso terzi e si sacche di questi tempi alcune centinaia o migliaia di euro sono importanti.

Un’attività peraltro molto intensa quella prestata alla pubblica amministrazione che in una prima fase ha impiegato i soggetti prescelti negli uffici e negli sportelli comunali per il pubblico mentre in una seconda fase del mandato ognuno è stato impegnato a viaggiare a proprie spese per la città e svolgendo quindi una parte di lavoro di corrispondenza con addebiti non riconosciuti anche per spese telefoniche.

Per questo motivo la natura della retribuzione da individuo a individuo varia, perché cioè si viene pagati a cottimo, tanto lavori e tanto guadagni. C’è perciò chi aspetta di ricevere fino a 2mila euro mentre altri tra i 5 e i 600 euro. Sta di fatto che il dirigente responsabile del settore Nino Zangrillo non firma l’atto di liquidazione della cifra nonostante siano passati già due mesi dall’ultima scadenza prevista per il saldo. E il gruppo di debitori resta alla porta in procinto di vagliare la possibilità di presentare un decreto ingiuntivo al Comune di Gaeta affinché vengano pagati i debiti o comunque si sappia con certezza dove siano questi soldi e perché non vengono corrisposti.

Se il buon giorno si vede dal mattino nell’operazione Censimento qualcosa che non andava a Gaeta lo si era capito subito. Infatti il primo problema con le relative accuse di procedimenti non trasparenti si erano create alla prima pubblicazione della graduatoria definitiva di affidamento dell’incarico.

Il calcolo dei punteggi per scegliere i 22 era fatto sulla esclusiva valutazione di titoli di studio e professionali. Eppure alla prima redazione della graduatoria arrivano diverse eccezioni di irregolarità da parte di alcuni partecipanti che pur avendo pieno titolo a rientrarvi sono addirittura esclusi. Tanto è vero che arrivano a stretto giro lettera di diffida al Comune da parte dei legali di alcuni di questi esclusi per rivedere la composizione della graduatoria. E bastano quelle, perché infatti nel giro di pochi giorni le graduatorie vengono rifatte e alcuni di coloro che erano rimasti fuori si ritrovano addirittura tra le prime posizioni.

Insomma il sospetto che qualcosa non va cresce tra i partecipanti, anche perché nella massa dei nominati tutti residenti a Gaeta, spunta un solo ed unico partecipante di diversa residenza: Casal di Principe. Non che ciò rappresenti necessariamente una nota di demerito, ma l’appartenenza alla comunità dell’agro aversano, notoriamente legata alla criminalità organizzata, fa aumentare il sospetto dei partecipanti che vedono una particolare accondiscendenza e accomodamento, come riferiscono, verso uno dei soggetti meno impiegati, spesso in ritardo e occupato per pochissime ore in un unica mattinata settimanale.

Perciò tra i circa duecento che si sono presentati ai nastri di partenza, e che sono poi calati nel numero per rinuncia dopo la ripubblicazione delle graduatorie, appare strano che un lavoro a cottimo e su selezione venga prima dato eppoi confermato, in una generale confusione di nomine, a qualcuno che arriva da lontano, a proprie spese, e lavora pochissimo. Quantomeno antieconomico.

Sta di fatto che l’odissea per i rilevatori è appena iniziata. Infatti sorge la grana Irap. Nella corresponsione della prima tranche del giugno scorso, il Comune di Gaeta applica alle cifre riconosciute parzialmente una tassazione Irap all’importo. Scelta che lascia sorpresi i rilevatori in quanto l’Irap è una tassa che spetta alla pubblica amministrazione e che l’ente in questo caso deve autoapplicarsi prima di liquidare i pagamenti altrimenti, come poi effettivamente accaduto, arrivano cifre più basse di quanto dovuto.

E infatti mancano, oltre al saldo del cinquanta percento non ancora corrisposto, alcune centinaia di euro indebitamente trattenute. C’è da dire che tuttavia su quest’aspetto il Comune ha espresso una relativa apertura alla possibilità di restituire la somma Irap nella liquidazione del saldo. Quando, non si sa