Sono giorni decisivi per il futuro dell’Italcraft di Gaeta, meno di dieci, infatti, e si saprà l’esito del concordato preventivo da parte del tribunale di Latina a seguito dell’istanza di fallimento chiesta dalla ditta Tecnoresina.
La Procura di Latina continua intanto a tenere sotto sequestro preventivo tutti i beni oggetto del sequestro cautelare eseguito qualche tempo fa allo scopo di condurre una serie di indagini e accertamenti sull’amministratore della Blufin srl Fabrizio Perrozzi che doveva rilevare la gestione del sito produttivo.
A curare la gestione dell’Italcraft è stato intanto nominato un amministratore giudiziario, il dottor Mottura, anche perché l’impresa nautica è operativa e continua il suo ciclo produttivo anche se non a pieno regime, come peraltro stabiliva l’accordo raggiunto dalla proprietà coi sindacati, ma solo con una parte del personale impiegato perché quelli rimasti fuori sono in cassaintegrazione.
E anche sul futuro dell’ammortizzatore sociale, per i lavoratori fuori occupazione, a breve ci sarà un’altra data limite, il 30 aprile, giorno della scadenza dell’indennità. Insomma il 30 aprile scade la cassaintegrazione e il 2 maggio si affronta l’ultimo capitolo, a meno di nuovi rinvii, del concordato preventivo da parte del Tribunale di Latina. E a questo punto la preoccupazione che tutto finirà per il peggio monta tra le maestranze che si sono viste catapultate dal sogno di un accordo praticamente raggiunto e buono per conservare il posto di lavoro, dopo tanti tira e molla, alla possibile e imminente disoccupazione.
Anche perché nel frattempo di ostacoli e tentativi di ostruzionismo se ne sono visti più di uno utilizzati come bastoni tra le ruote nei processi di salvataggio della storica impresa gaetana che ricordiamo dà lavoro a 45 famiglie. In ordine di tempo infatti dapprima il Consorzio industriale e poi l’Autorità portuale hanno intrapreso dei procedimenti giudiziari davanti al Tar per vedersi riconosciuta la cessazione della validità della concessione demaniale per l’esercizio dell’attività. Richiesta rigettata nel caso del Consind per difetto di competenza e ritirata poi dall’Autorità che aveva trovato un accordo con la proprietà Blufin.
Da qui il pessimismo su un happy ending difficile da immaginare se si considera inoltre che a rappresentare le istanze della Tecnoresina sarà lo stesso legale che ha rappresentato il Consind nella vertenza con l’Italcraft. Fatto evidentemente privo di qualsiasi implicazioni significativa sull’esito della vertenza, ma che ben rappresenta metaforicamente un interesse diffuso: impedire una seconda vita all’Italcraft, permettendo a quelli che gli occhi sul sito ce li hanno messi, di rilevarlo senza obblighi rispetto alla società o al personale necessariamente da includere.
E non fanno molta fatica a trapelare indiscrezioni secondo cui le maestranze auspicano l’ingresso a gamba tesa nella vicenda da parte delle autorità giudiziarie e investigative competenti affinché si svolgano indagini che facciano chiarezza rispetto a quanto accaduto negli ultimi mesi
GLI ULTIMI MESI
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