APPALTI A PONZA: IL TRIBUNALE DEL RIESAME DECIDE SUL VINCOLO ASSOCIATIVO

Potrebbe conoscere domani un’importante svolta l’inchiesta della Procura della Repubblica di Latina sullo scandalo degli appalti pilotati al comune di Ponza a causa del quale lo scorso 17 settembre con 9 arresti è stata decapitata l’amministrazione isolana e furono arrestati alcuni imprenditori. Domani il Tribunale del Riesame si pronuncerà sul ricorso presentato dal magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Olimpia Monaco, avverso il mancato riconoscimento del vincolo associativo per alcuni degli indagati. La Procura ha fatto un ragionamento investigativo secondo il quale il Gip del Tribunale di Latina, Costantino De Robbio, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 17 settembre avrebbe dovuto arrestare anche per associazione a delinquere tre ex assessori della Giunta Municipale di Ponza- Franco Schiano, Mario Pesce e Silverio Capone – e l’ex segretario comunale, ora in pensione, Pasqualino De Tata. Il nutrito collegio difensivo – composto dagli avvocati Mattia Aprea, Enrico D’Antrassi, Dino Lucchetti, Massimiliano D’Ambrosio, Luca Scipione, Carlo Melegari e Pasquale Di Gabriele – preannuncia battaglia per due ordini di motivi: innanzitutto gli ex assessori Schiano, Pesce e Capone si trovano agli arresti domiciliari su disposizione del Tribunale del Riesame, l’ex segretario comunale De Tata è tra i pochi indagati ad essere un uomo libero essendogli stati revocati gli arresti domiciliari. C’è un secondo punto, importante sotto l’aspetto formale e sostanziale, per il quale la difesa si opporrà al ricorso della Procura della Repubblica: scadranno venerdì i termini per la misura cautelare per i loro assistiti e, dunque, se la Procura non dovesse chiedere una proroga – al momento da escludere non essendoci stato alcun interrogatorio da parte del sostituto procuratore Olimpia Monaco – almeno i tre ex assessori della Giunta Porzio torneranno in libertà. Nel ricorso al Tribunale del Riesame di domani da parte della Procura della Repubblica la posizione più delicata riguarda, invece, Fausto Balzano, l’attuale dirigente della ripartizione finanziaria del comune di Ponza per il quale il sostituto Procuratore Monaco, contrariamente a quanto contenuto nell’ordinanza del Gip De Robbio, chiede l’arresto con gli analoghi reati per i quali è stata dimissionata la Giunta Porzio: turbativa d’asta, truffa e abuso d’ufficio. Chiara è la linea difensiva del legale di Balzano, l’avvocato Salvatore Coletta: la richiesta della Procura non tiene conto di tre requisiti venuti meno: l’inquinamento delle prove, il pericolo di fuga e tantomeno la reiterazione del reato, qualora fosse stato consumato.
Scritto da Saverio Forte

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