FONDI, FALSI PERMESSI PER IMMIGRATI: ALTRI TRE ARRESTI

commissariato-fondi1AGGIORNAMENTO – Personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Fondi in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Latina ha dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Latina per aver favorito l’ingresso nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari clandestini nei confronti di Tammetta Fabrizio, nato a Fondi nel ’70; M.G. nato in Bangladesh nel 1986 residente a Latina, Aldo Pizzi nato a Roma nel 1943, tutti pregiudicati e tutti già agli arresti domiciliari.

Il Gip, vista la richiesta del Pm di applicazione nei confronti dei prevenuti della misura cautelare degli arresti domiciliari, ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati in ordine al reato loro contestato.


L’attività investigativa prende le mosse da alcuni accertamenti effettuati in merito alla richiesta di permesso di soggiorno inoltrata da un cittadino straniero indiano; personale della Squadra di Polizia Giudiziaria in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione del Commissariato, apprendeva che il datore di lavoro, titolare di una grande industria di caffè locale, inizialmente indicata nel contratto presentato, non aveva mai richiesto alcun nulla osta al lavoro per il suddetto straniero.

Ulteriori verifiche permettevano di acclarare che la stessa titolare aveva presentato ben 62 istanze di nulla osta per lavoro subordinato per altrettanti stranieri extracomunitari e l’esame delle pratiche evidenziava inoltre che il titolare non aveva mai proceduto a ritirare personalmente i nulla osta né a sottoscrivere i contratti di soggiorno essendo depositate in atti alcune procure speciali notarili in favore di Fabrizio Tammetta per il ritiro dei nulla osta e la firma del contratto di soggiorno.

Le indagini lunghe e complesse, proseguivano con l’assunzione di informazioni rese da varie persone che fornivano maggiori dettagli facendo luce sul fenomento delle false richieste d’assunzione nonché disconoscendo in toto le figure di Tammetta e R.V. né avevano mai sentito nominare un noto notaio della zona indicato, che aveva apparentemente autenticato le sottoscrizioni apposte in calce al rilascio delle procure speciali.

Il notaio in questione, opportunamente ascoltato, fornendo ampia collaborazione, confermava i sospetti degli operanti poichè i numeri di repertorio delle procure speciali risalivano ad attività svolta dal padre cessato per pensionamento confermando inoltre che i documenti presentati erano sicuramente falsi così come il sigillo apposto sulle procure speciali essendo pure errato, tra l’altro, il nome del padre.

Nel corso degli anni, numerose sono risultate le richieste di nulla osta sospette dal 2008 al 2012 in quanto avanzate mediante la procura speciale notarile contraffatta.

Inoltre, gli investigatori hanno rilevato che le patenti di guida fotocopiate e allegate agli atti erano sicuramente false in quanto dalla Banca dati della Motorizzazione il numero di documento risultava abbinato ad altri soggetti.

Per comprendere il contesto in cui sono maturate le condotte criminose contestate e gli interessi economici gravitanti intorno, fondamentali sono state le dichiarazioni di alcuni stranieri il cui nulla osta è stato ritirato dagli indagati odierni.
Gli stessi hanno raccontato di avere pagato somme dai 4000 ai 12mila euro.

Pertanto, alla luce di quanto emerso dalle indagin e considerata la recidività nel compiere atti criminosi dei predetti, dopo averli condotti in questi Uffici di Pubblica Sicurezza, gli stessi, al termine degli adempimenti di rito, sono stati condotti presso le rispettive abitazioni e sottoposti agli arresti domiciliari su ordinanza del Tribunale di Latina a firma del gip Marcelli su richiesta del pubblico ministero De Luca che ha coordinato le indagini.

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