***video***GAETA, GLI OPERAI ITALCRAFT OCCUPANO LA FABBRICA


protesta italcraft Tra le tante manifestazioni di protesta che hanno inscenato negli ultimi mesi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi che sta portando al fallimento dell’Italcraft di Gaeta, l’occupazione del sito produttivo da parte delle 46 maestranze attualmente in organico sembra davvero il loro ultimo gesto disperato.

Anche perché la sentenza del Tribunale di Latina, che decreterà con tutta probabilità il fallimento dell’azienda nautica, è attesa per giovedì. E allo stato attuale non è pervenuta nessuna nuova offerta di rilancio alla prima proposta di acquisizione della Cnri, unico possibile acquirente che si è visto rigettare dall’amministratore giudiziario quella proposta.


Perciò a questo punto il fallimento sembra inevitabile. E perciò l’occupazione. Iniziata lunedì pomeriggio con il sostegno dei sindacati. Il picchetto è ormai permanente ma da lunedì in tre, a rotazione, presidiano la fabbrica anche di notte dormendo all’interno dei capannoni di lungomare Caboto. Ovviamente dopo aver chiesto e ottenuto il permesso dal commissariato di polizia di Gaeta.

Chiaro il significato dell’occupazione: dopo tanti anni di lavoro in molti sentono quel luogo il proprio vero e cantiere occupatounico posto di lavoro. E lo difenderanno fino alla fine anche perché tecnicamente il sito produttivo resta comunque suolo demaniale e anche se l’Italcraft chiuderà i battenti, la concessione demaniale dovrà comunque finire nelle mani di un nuovo proprietario che vuole fare impresa, qualunque essa sia.

E perciò se questo sarà effettivamente il futuro, i 46 dipendenti rivendicano con questa ultima protesta il diritto a vedersi riconosciuta una sorta di priorità acquisita per essere eventualmente riassunti in una nuova attività imprenditoriale che si insedierà in quel sito che sentono un po come casa loro.

Va infine ricordato che la prossima settimana ci sarà un altro importante appuntamento in Regione dove i sindacati cercheranno di ottenere un rinnovo alla cassaintegrazione in deroga che scade proprio a fine mese.