FORMIA, REATO PRESCRITTO: NESSUN COLPEVOLE PER LA MORTE DEL PESCATORE GIUSEPPE SCARPELLINO

Nessun colpevole per la morte del 35enne Giuseppe Scarpellino avvenuta il 5 novembre del 2004 a Formia durante una battuta di pesca. Nella giornata di oggi, infatti, il reato di omicidio colposo per cui erano imputati il padre Fortunato e i fratelli dello sfortunato pescatore, Luigi e Francesco, difesi dagli avvocati Vincenzo Macari e Gianfranco Testa, è stato dichiarato prescritto dal giudice del Tribunale di Gaeta Carla Menichetti.

Come tutte le notti, tra il 4 e il 5 novembre, Giuseppe Scarpellino era uscito a bordo del motopesca “Stella” insieme ai fratelli quando, mentre recuperava le reti, perse il controllo del verricello venendo dallo stesso risucchiato e ucciso.


Le indagini all’epoca furono condotte dal sostituto procuratore Marco Giancristofaro che indagò Luigi, comandante e capo barca, che per la Procura aveva omesso “di fermare le macchine prima di ordinare di salpare il cosiddetto “ciuccio” (cima che funge di sostegno e segnale della rete da pesca) e essersi assicurato che il fratello indossasse copricapo, guanti, tuta da lavoro mentre effettuava il recupero delle reti nonchè consentendo che effettuaase l’operazione da solo anziché a mano, con l’ausilio del verricello”; Francesco, responsabile della sicurezza a bordo, perchè avrebbe omesso “di prestare il necessario ausilio al fratello nella manovra al verricello atteso che tale macchinario non era dotato di alcun interruttore di sicurezza e l’unico dispositivo di arresto era posto a circa un metro dal punto in cui si opera e quindi non era azionabile direttamente dall’operatore del verricello”; Fortunato, legale rappresentante della “Piccola Società Cooperativa Stella”, “per aver effettuato una incompleta e inadeguata valutazione dei rischi con particolare riferimento all’uso del verricello salparete, nonché per aver omesso di far installare arresti con emergenza nelle vicinanze del tamburo del verricello salparete”.