IL SINDACO DI MINTURNO SOSPENDE 35 LSU, PER LE MINORANZE “E’ UN ATTO SCORRETTO”

comune-minturnoIl sindaco di Minturno, Paolo Graziano, aveva sottolineato che le spese – oltre 900mila euro – per i lavoratori socialmente utili aveva messo in difficoltà le casse comunali. Aveva confermato la situazione difficile, ma aveva anche evidenziato come la Regione che si era impegnata a corrispondere la somma per gli Lsu, aveva chiesto di aspettare dieci giorni, prima di intraprendere qualsiasi azione.

Ed effettivamente dal 17 luglio scorso, giorno nel quale il primo cittadino ha incontrato esponenti dell’amministrazione regionale, dieci giorni sono trascorsi.


E oggi una nota a firma delle minoranze, Gerardo Stefanelli, Mimma Nuzzo, Raffaele Chianese, Giuseppe Tomao e Maurizio Faticoni ha annunciato: “Questa mattina gli ex LSU del Comune di Minturno hanno ricevuto una lettera di sospensione dal servizio dal sindaco Paolo Graziano”.

Strano che il primo cittadino il quale aveva garantito che si sarebbe adoperato per tutelare quei 35 posti di lavoro abbia preso questa decisione. Una sospensione che le minoranze definiscono: “Un atto scorretto che arriva nonostante sia stato dato mandato al sindaco durante l’ultimo consiglio comunale di salvaguardare i posti di lavoro. Durante l’assise ci eravamo riservati di attendere risposta entro 10 giorni dalla Regione. Inoltre, avremmo gradito di essere informati prima per dare il nostro contributo su una situazione delicata come questa”.

I consiglieri di opposizione sarebbero all’oscuro delle motivazioni che hanno indotto l’amministrazione ad intraprendere questa strada. Un iter che a detta delle minoranze “serve soltanto a tutelare chi deve firmare gli stipendi nei confronti della Corte dei Conti perché non sussistono gravi motivi tra le parti per sospendere dal lavoro un dipendente a contratto indeterminato. Qualunque giudice del lavoro dopo 20 giorni può chiede il reinserimento immediato. Insomma, sindaco, segretario e responsabile del servizio si sono tutelati in caso di dissesto finanziario, senza però tutelare gli stessi lavoratori. Era una partita che si doveva giocare con la Regione Lazio”.

Le considerazioni che scaturiscono da parte dei consiglieri di opposizione, a seguito della decisione di sospendere i 35 operai, sono pesanti, perché “rovinerà ben 35 famiglie, che si troveranno improvvisamente senza stipendio, e che produrrà soltanto un effetto, quello del dissesto finanziario, perché da una parte, essendo ormai sospesi gli ex LSU, i fondi regionali non saranno più inviati al Comune di Minturno, dall’altra gli oltre 900mila euro dovranno essere coperti con fondi comunali. Chiediamo, quindi, con forza che l’amministrazione ritiri la sospensione dei lavoratori e proceda nei confronti della Regione Lazio al fine di risolvere questa delicata situazione”.

Il sindaco ha confermato la notizia. “Purtroppo – ha detto Graziano – con grande amarezza mi sono visto contretto a prendere questa decisione. Una decisione che mi accomuna ai Comuni di San Cosma e Bassiano che hanno già sospeso i propri Lsu. Il debito è salito oltre il milione e 200mila euro e la Regione non ha risposto nè prospettato soluzioni”.

La situazione di Minturno sembra essere comune anche a diverse cittadine della provincia di Latina e centri della provincia Campana.

Prima ancora della comunicazione formale il sindaco Graziano ha incontrato alcuni Lsu per manifestare il suo dispiacere. “Ma d’altro canto cosa potevo fare? Se solo la Regione – ha ribadito il primo cittadino – mi garantisse le somme dovute io reintegrerei immediatamente tutte e 35 le unità”. Anche perché sono notevoli i disagi che il Comune dovrà affrontare di fronte a tale impoverimento dell’organico comunale.

“Alcuni uffici – ha concluso Graziano – resteranno letteralmente sguarniti”.