***video***RESTAURATA A GAETA LA TORRE ALFONSINA DEL CASTELLO ARAGONESE


torre alfonsina1Oggi 30 luglio, con inizio alle ore 10.30, ha avuto luogo presso la Caserma “Mazzini” della Scuola Nautica della Guardia di Finanza di Gaeta l’inaugurazione della neo restaurata Torre Alfonsina del castello Angioino Aragonese, alla quale ha presenzito il generale di Corpo d’Armata Vito Bardi, ispettore per gli Istituti di Istruzione del Corpo della Guardia di Finanza e il provveditorato alle Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna, Donato Carlea.

LA STORIA DEL CASTELLO
Il castello sorge sul punto più alto del promontorio di Gaeta, nel rione “Sant’Erasmo”. In effetti quello che vediamo oggi è il risultato di secoli di sovrapposizioni e ricostruzioni, che hanno adattato nel tempo  la funzionalità dell’imponente costruzione. La storia del castello di Gaeta comincia con la caduta dell’impero romano quando, per difendersi dalle incursioni barbariche, gli abitanti della zona fortificarono la parte finale della penisola di Gaeta. Si hanno notizie di una costruzione di una torre di avvistamento da parte dei Saraceni, fortemente attestati nella zona fin quasi all’anno 1000.


Successivamente, con l’avvento dei Normanni, è molto probabile che, secondo il costume di questi cavalieri del nord Europa, venisse edificato un robusto fortilizio difensivo. Le prime notizie certe del castello di Gaeta si hanno con Federico II, che rinforza un preesistente castrum adeguandolo alle migliori tecniche difensive della sua epoca. Questo castello verrà distrutto dagli stessi Gaetani nel 1230 nel quadro delle lotte per le investiture tra il Papato e l’Impero. Saranno gli Angioini, con Carlo I, a ricostruire il castello di Gaeta, facendone il fulcro della difesa dell’antica città medioevale, che resistette efficacemente ad anni di assedio e di attacchi condotti dagli Aragonesi.taglio nastro torre alfonsina

Il castello angioino assolveva anche a funzioni di dimora del re ed era magnificamente arredato per questo scopo. Con l’avvento degli Aragonesi il castello venne ricostruito secondo nuovi criteri che consideravano attentamente  l’uso delle armi da fuoco. Alfonso d’Aragona, negli anni dal 1437 al 1442, ricostruisce completamente le difese di Gaeta. Innanzitutto realizza sulla parte alta della cinta muraria cittadina, 4 possenti torrioni muniti di ampie scarpe atte a resistere al fuoco delle artiglierie. I muri di cortina innalzati fra queste torri sono alti abbastanza da impedire che possano cadere all’interno della cinta muraria i colpi dei cannoni eventualmente piazzati su Monte Orlando. Viene così modificata l’area inizialmente occupata dall’originale castello angioino che era stato costruito in un’epoca nella quale non esistevano armi da fuoco e che non poteva più essere adeguato per resistere o utilizzare le nuove potenti armi. Alfonso d’Aragona sposta il vero castello di Gaeta più lontano dalla linea d’assedio ed in posizione più sopraelevata, adottando uno schema difensivo che verrà replicato anche a Napoli nel cosiddetto Castelnuovo. Si tratta di un imponente edificio a pianta rettangolare, con una torre in ciascuno degli angoli. Una di queste torri svetta sulle altre, quale maschio o torre di guardia, che in onore del re prenderà il nome di Torre Alfonsina.

Una caratteristica architettonica del castello aragonese di Gaeta è quella di avere alla base delle mura e delle torri un grosso ispessimento della costruzione, tale da allontanare il pericolo dei proiettili d’artiglieria dalle fondazioni delle costruzioni. Su questi contrafforti, conosciuti anche come “false braghe”, gli aragonesi piazzavano le artiglierie più pesanti a loro disposizione che, proprio per il loro peso,  non potevano essere portate sulla sommità delle mura e delle torri. Inoltre tali costruzioni venivano utilizzate anche per realizzare il tiro “radente” sugli attaccanti ed il tiro “fiancheggiante” a protezione delle mura amiche. In sintesi, anche se fortemente condizionato dalle armi da fuoco, il castello di Gaeta nella sua configurazione originale era un castello di transizione, nel quale si tiene ancora in gran conto l’uso delle armi da getto classiche (archi, frecce, catapulte) e l’uso delle tradizionali torri mobili d’assedio. Sotto la dominazione aragonese il castello mantenne anche la funzione di reggia e fastosa dimora, con sala del trono, appartamenti reali, biblioteca, armeria, cappella e zecca.

torre alfonsinaCon la successiva dominazione vicereale spagnola, Gaeta venne munita di una nuova serie di formidabili bastioni, costruiti all’esterno di Monte Orlando, che consideravano la potenza delle artiglierie del tempo, ma che soprattutto tenevano conto della straripante potenza ottomana  che tormentava le coste italiane fin da prima della caduta di Costantinopoli (1453). Il castello perse così la sua valenza militare, venendosi a trovare ben lontano dalla linea di possibile assedio. Perse anche la sua funzione regale per assumere quella di caserma ed armeria e, in misura limitata, di carcere. Vi fu imprigionato Giuseppe Mazzini dal 16 agosto al 13 ottobre 1870.

Il castello nel 1838 fu dotato di un nuovo ed innovativo ponte levatoio. Di quel meccanismo di chiusura oggi restano i segni nel portale principale.

L’accesso al cortile avviene tramite una scala, che conduce alla corte principale. Di fronte all’ingresso vi è la Cappella intitolata a Santa Maria al Castello, restaurata negli anni ’90. A ridosso della Cappella vi è il Museo Navale della Scuola Nautica della Guardia di Finanza che espone numerosi cimeli di questo importantissimo Reparto di Istruzione Militare, che occupa il castello dal 1948.  All’ingresso del Museo è stata collocata una Campana, donata alla Scuola Nautica dalla Provincia di Latina, in onore dei Finanzieri di mare caduti in ogni tempo nell’adempimento del dovere. In un angolo del cortile, infine, vi è l’accesso alle ultime celle esistenti nel complesso del castello Aragonese.

I LAVORI DI RESTAURO
Nel quadro di un ampio progetto di ristrutturazione e manutenzione del castello Aragonese, il Provveditorato alle Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna, ha progettato e realizzato il recupero della Torre Alfonsina, la più alta dell’intero fortilizio. Dopo una accurata analisi storica e tecnica, si è intervenuti per la messa in sicurezza, il consolidamento strutturale e l’adeguamento impiantistico della costruzione. Per dare un’idea della complessità dell’opera, si consideri che la Torre si articola su 5 livelli, per un’altezza complessiva di 30 mt., con spessore delle murature perimetrali variabili da un minimo di 2 mt. fino a 3.50 mt. ed oltre. Sono stati così perfettamente recuperati i vani interni e le scale a chiocciola in spessore di muro, tipiche delle costruzioni aragonesi dell’epoca, che mettevano in collegamento i vari piani della Torre.

Questa tipologia di scala testimonia l’attenzione riposta dagli architetti aragonesi nelle più minute realizzazioni difensive. Infatti queste scale erano molto strette per essere facilmente ostruite dai difensori, per impedire a più di un assalitore per volta di utilizzarle, con gradini molto alti per rendere la salita difficoltosa agli armigeri pesantemente corazzati. Inoltre gli accessi a queste scale erano caratterizzati da porte molto basse e ad angolo retto, per impedire agli attaccanti l’uso di armi lunghe, quali picche ed alabarde.

La sommità della torre è stata messa in sicurezza consentendone la fruibilità ed installando anche un pennone sul quale, nei giorni festivi e nelle ricorrenze più importanti, viene innalzata la Bandiera nazionale. L’impianto elettrico della torre è stato completamente ricostruito, tenendo conto che l’energia di funzionamento verrà fornita da una batteria di pannelli solari, che costituisce la prima fase della realizzazione di un impianto fotovoltaico dell’intera caserma.

Infine la torre è stata dotata di un nuovo impianto di illuminazione esterna destinato ad evidenziare la bellezza dell’architettura del castello nelle ore notturne. Come i cittadini di Gaeta hanno già avuto modo di osservare nei giorni scorsi, grazie alle prove di funzionamento dell’impianto, l’illuminazione della torre è caratterizzata da 3 faretti che proiettano verso l’alto 3 fasci di luce bianca, rossa e verde.