MINTURNO, LA REINTEGRAZIONE DEI 35 LSU METTE A RISCHIO IL PATTO DI STABILITA'

comune-minturnoLe notizie che sono arrivate stamattina mercoledì dalla Regione Lazio, se da una parte sono rincuoranti per la situazione dei lavoratori socialmente utili dall’altra vanno a creare non poche difficoltà all’amministrazione comunale di Minturno.

Proprio ieri dalla Pisana sono arrivate le risposte alle domande formulate da due Comuni con situazione analoga a quella di Minturno per quanto riguarda gli Lsu. Alla domanda del Comune di Arpino circa la validità delle convenzioni la Regione ha esplicitamente e chiaramente risposto: “Sono ancora valide”. Come a dire che non c’è illegittimità degli atti stipulati tra amministrazioni locali e ente regionale e così conseguentemente sono valide le stabilizzazioni.


Da Santi Cosma e Damiano invece è stata rivolta alla Regione un’altra domanda circa la natura dei fondi. In questo caso la Regione ha risposto che sicuramente non si tratta di fondi comunitari, come erroneamente creduto.

A questo punto i chiarimenti ricevuti dalla Pisana saranno validi anche per gli altri enti locali. Come a dire che ciascuna amministrazione comunale interessata avrà il problema di farsi carico delle spese del personale. E gli Lsu stabilizzati rappresentano parte integrante della pianta organica del Comune.

In particolare a Minturno, però, con i 35 operai da sommare all’organico, l’amministrazione rischierebbe di sforare il patto di stabilità. Le assunzioni al Comune non possono, infatti, superare un determinato numero.

A questo punto il rischio potrebbe essere che l’amministrazione comunale di Minturno nel dover reitegrare i lavoratori, dovrà anche scegliere chi reintegrare e chi mandare a casa. 35 sono davvero troppi. 20 potrebbero consentire a Minturno di non sforare il patto di stabilità.

Ma quali criteri verranno usati? Quali Lsu saranno da “sacrificare” e quali da “salvare”?

Sembra prospettarsi per l’ente locale una vera e propria patata bollente.