L’inchiesta ruota tutta intorno ad alcune istantanee, immortalate la sera stessa dello sversamento. Nelle immagini, anche se in notturna, si vedono chiaramente le acque reflue tracimare da uno dei tombini posti a copertura della stazione di sollevamento situata sulla spiaggia di via Giovenale, in località Acquatraversa.
Per almeno una ventina di minuti i liquami hanno invaso parte dell’arenile, fino a raggiungere inesorabilmente la riva del mare. In alcune foto è possibile addirittura distinguere materiale solido, verosimilmente degli escrementi.
L’ultima parola, però, spetterà alla Procura della Repubblica di Latina che sul caso ha aperto un fascicolo contro Acqualatina, la società a cui è affidata la gestione delle fogne sul territorio pontino. Il reato ipotizzato è al momento quello di disastro ambientale.
È quanto emerge dal verbale redatto dagli agenti della Polizia Provinciale di Formia e dalla Guardia Costiera, depositato questa mattina in Procura. All’ipotesi di reato si aggiunge il getto di materiale in mare, oltre alla violazione delle norme ambientali previste dal D.Lgs 152 del 2006. Ma c’è dell’altro.
Nell’informativa, la Provinciale e la Guardia Costiera – intervenute il mattino successivo per interdire l’area in questione – hanno inoltre chiesto il sequestro delle stazioni di sollevamento presenti nella zona, compresa la condotta fognaria che attraversa tutto l’arenile fino a Santo Janni. Durante i sopralluoghi, infatti, il gestore non avrebbe rivendicato alcun diritto sulla gestione di quel tratto fognario. E gli inquirenti vogliono vederci chiaro.
Lo sversamento, a quanto risulta, sarebbe stato provocato dall’interruzione della stazione di sollevamento. Un intoppo tecnico dovuto al blackout della rete elettrica che almeno una mezz’ora prima aveva interessato i litorali di Formia e Minturno.
Acqualatina – secondo gli investigatori – avrebbe dovuto dotarsi di gruppi elettrogeni onde evitare il troppo pieno e, quindi, lo sversamento. Tanto più che le stazioni si trovano su un arenile, frequentate notte e giorno da centinaia di bagnanti. Le stesse persone che il mattino dopo affollavano l’area con la sabbia ancora impregnata di nero.
Intanto la spiaggia è stata bonificata dalla stessa società, restituendola nuovamente alla pubblica fruizione. Sullo stato di salute delle acque, invece, si attendono i risultati dei campioni prelevati il mattino dopo lo sversamento dai tecnici dell’Arpa Lazio.
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