APPALTO RIFIUTI A TERRACINA, IL SESTANTE SI CHIEDE DOV'E' L'INTERESSE PUBBLICO

differenziata genericaNon gettiamoci troppo velocemente alle spalle questa vicenda dell’appalto del servizio di igiene urbana, che il mese scorso ha assegnato la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani alla Servizi Industriali. Con l’Ascom ed il Wwf Litorale Pontino, noi del Sestante abbiamo già spiegato con la distribuzione di 5000 volantini le ragioni della nostra radicale opposizione alle scelte dell’amministrazione di Nicola Procaccini in questa materia, dimostrando che esse sono contrarie all’interesse pubblico ed avvantaggiano soltanto la ditta appaltatrice.

Il punto che ci interessa ora è proprio questo: per quale ragione il sindaco Procaccini, i suoi assessori politici prima e civici ora, la sua maggioranza passata e quella attuale, hanno deciso di procedere all’assegnazione di un appalto che vedrà contemporaneamente crescere nei sei anni i profitti del gestore e la tassa per l’utente?


La questione è interessante perché, come ricorderà forse qualcuno che ci legge, fin dalla nascita di questo sito ci siamo impegnati a capire e spiegare quale sia la ragione sociale delle amministrazioni a guida Procaccini. Indizi significativi in questo senso non possono non venire da quello che lo stesso sindaco ha definito il più importante appalto dal punto di vista economico nella storia della città. Perché il lettore intenda meglio, riassumiamo le vere e proprie stranezze su cui si regge il nuovo servizio dei rifiuti.

Per cominciare, i terracinesi sono considerati generalmente dei primitivi, che hanno qualche possibilità di imparare a differenziare i rifiuti in non meno di sei anni e solo se colpiti a raffica da sanzioni. Certo, sindaco, non hai usato la parola “primitivo”, ma il concetto è questo, rafforzato dall’altra tua stupefacente affermazione che i controlli sui cittadini devono essere delegati alla ditta appaltatrice perché gli uffici del Comune non sono in grado di effettuarli.

Per favore, spiegate a Nicola che lui è il sindaco e che se gli uffici non funzionano non può limitarsi a comunicarcelo o, peggio (molto peggio), a giustificare tutti i vantaggi economici concessi al gestore con l’inefficienza dell’ente da lui amministrato. Perché (il lettore ora ponga particolare attenzione) il fatto che i terracinesi siano dei primitivi e che i dipendenti del Comune non sappiano fare il loro lavoro, costituisce per Procaccini, per gli assessori politici e civici, per quelli passati e quelli attuali, per la vecchia e nuova maggioranza, la condizione necessaria per affidare alla ditta i compiti di controllare che i cittadini differenzino i rifiuti e di conferire in discarica. Il risultato è che, per effetto della differenziata, il gestore smaltirà sempre meno rifiuti in discarica, spenderà dunque sempre di meno, si metterà in tasca i milioni di euro risparmiati, mentre l’utente, che è colui che in realtà differenzia, per il suo comportamento virtuoso non avrà uno sconto sulla tassa, ma la vedrà aumentare negli anni per effetto della prevista rivalutazione Istat. La ditta ringrazia.

Torniamo, allora, alla domanda di prima: perché un appalto così concepito? E non un appalto qualsiasi, ma quello più costoso di sempre. Dov’è l’interesse pubblico? Capiamo bene quello della ditta, ma quello della città in quale pagina, capoverso o riga del capitolato di appalto è nascosto? Che cosa si deve pensare della ragione sociale delle amministrazioni Procaccini quando i “primitivi” terracinesi vengono colpiti con il bastone, senza neanche il contentino della carota, e alle ditte viene messo davanti un piatto tanto ricco? Due sole risposte sono possibili: o il sindaco, gli assessori politici e civici, quelli di prima e quelli di ora, la maggioranza precedente e quella attuale, sono degli incapaci; oppure qualcuno si sta aprendo strade per una radiosa carriera politica, scaricandone i costi sui cittadini. Noi siamo ottimisti: optiamo per l’incapacità.

Il Sestante