GAETA, MATERIALE FERROSO IN BANCHINA. I RESIDENTI LAMENTANO DIFFICOLTA' RESPIRATORIE

*Ferro ammassato sulla banchina del porto commerciale*
*Ferro ammassato sulla banchina del porto commerciale*

AGGIORNAMENTO – I recenti sequestri di ingenti quantità di materiale ferroso presso il porto commerciale di Gaeta, che in un caso hanno fatto aprire alla Procura di Latina anche un’indagine per traffico internazionale di rifiuti speciali, della quale si è poi occupata la direzione distrettuale antimafia, hanno fatto nuovamente destare sospetti a chi nelle ultime settimane ha visto accantonati sul medesimo molo enormi quantità di ferro.

Una quantità della quale non si conosce l’esatto peso ma che per volume assomigliava alle 2mila e 800 tonnellate di ferro destinate alla Turchia e sequestrate nel dicembre scorso e poi dissequestrate a marzo dalla Procura. Anche questa rappresenta un’altra analogia perchè anche questo carico, ormai già imbarcato, si trova in viaggio proprio verso la Turchia.


Eppure secondo le fonti ufficiali che hanno seguito il trasporto, ovvero la sezione navale della Guardia di Finanza e l’Arpa Lazio interpellata da alcuni cittadini, si sarebbe trattato in questo caso di materiale innocuo, o meglio tecnicamente definito Mps, materie prime secondarie.

*Fine giugno 2013, materiale ferroso in banchina*
*Fine giugno 2013, materiale ferroso in banchina*

Si tratta di materiali derivanti da cicli di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, che non richiedono ulteriori trattamenti per il loro riutilizzo in cicli industriali. Insomma materie secche, inodore e prive di scoli come nella fattispecie di olii e combustibili verificatasi sempre per il sequestro oggetto di indagine. Quindi tutto sotto controllo per le fonti ufficiali.

Eppure vanno segnalate le rimostranze di alcuni residenti, specie formiani, che hanno testimoniato come nei giorni scorsi, puntualmente con l’alzarsi del vento nelle prime ore pomeridiane, abbiano sentito un’aria piuttosto forte e dal sapore acre che li avrebbe infastiditi nella respirazione. E sono state queste stesse persone che frequentando la spiaggia di Vindicio hanno puntato il dito contro quel materiale. A torto o ragione non è possibile saperlo. Sta di fatto che gli organismi deputati al controllo non hanno rilevato nulla di anomalo.

Va anche detto, tuttavia, come il porto commerciale sia stato spesso il palcoscenico privilegiato di sequestri di questo tipo e indagini, e non solo come nel caso appena citato avvenuto tra dicembre e gennaio scorsi. Ma in questo senso vanno anche ricordate le operazioni “Lybian trucks” e i successivi sviluppi che portarono all’arresto di un uomo originario di Cosenza e con l’ufficio a Spigno Saturnia. Operazione che si concluse con la denuncia di dodici persone per i reati di truffa, riciclaggio, ricettazione e falso.

*Pale eoliche in transito al porto di Gaeta tra il 2011 e il 2012*
*Pale eoliche in transito al porto di Gaeta tra il 2011 e il 2012*

Per non dimenticare il ruolo del porto commerciale di Gaeta nelle indagini della direzione investigativa di Trapani contro il “signore del vento” Vito Nicastri, uomo considerato vicino a Cosa Nostra e imprenditore per la costruzione di impianti eolici i cui componenti transitano spesso proprio a Gaeta e che, secondo gli inquirenti, era il tramite tra la criminalità organizzata e le imprese pulite. O le vicende legate alla nave XXI ottobre spesso attraccata proprio a Gaeta e sulla quale stava indagando Ilaria Alpi prima di essere uccisa in Somalia insieme a Milan Hrovatin sul traffico internazionale di armi e rifiuti tossici.

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