PISCINA COMUNALE DI LATINA, INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUI COSTI DI GESTIONE

*Piscina comunale di Latina*
*Piscina comunale di Latina*

La gestione della piscina comunale e le spese che sostiene il Comune per l’impianto, oggetto di polemiche nei mesi scorsi, non convincono il senatore pentastellato Giuseppe Vacciano. L’esponente pontino del Movimento5Stelle ha così sollevato il caso in Parlamento e chiesto l’intervento dei ministri dell’interno, Angelino Alfano, e dell’economia, Fabrizio Saccomanni.

“Nel 2006 – esordisce nell’interrogazione il senatore grillino – il Comune di Latina ha ratificato un contratto di concessione e gestione, per un periodo di 30 anni, della piscina comunale coperta, situata presso il palazzetto dello sport di via dei Mille, in cambio della costruzione e gestione di una piscina scoperta. Tale concessione è stata affidata alla società privata Nuoto 2000 Srl che, da relativo contratto di convenzione, avrebbe dovuto prendersi carico sia delle spese di gestione della struttura, sia delle relative utenze (energia elettrica, acqua e gas).


Dalle visure camerali si evince che la società Nuoto 2000 è detenuta al 96 per cento dalla società Ambra Nuoto, tra i cui soci spicca l’attuale assessore provinciale Silvano Spagnoli, amico e collega di partito dell’attuale sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, che, all’epoca dell’assegnazione della concessione, rivestiva la carica di assessore allo sport del medesimo Comune. Il 18 maggio 2009, preso atto del ritardo nella voltura delle utenze alla Nuoto 2000, quindi ancora a carico del Comune di Latina, è stata firmata una determina dirigenziale la quale stabilisce che, nelle more della definizione di tale pratica e in base ad una stima degli uffici tecnici comunali, il concessionario si deve far carico del 65 per cento delle spese sostenute per gas ed acqua e del 40 per cento per l’energia elettrica. In base alle citate stime viene determinato un costo a carico della Nuoto 2000 pari a 7.906 euro al mese più Iva (corrispondenti a 94.872 euro all’anno più Iva), salvo conguaglio.

*Giuseppe Vacciano*
*Giuseppe Vacciano*

Nell’estate del 2011, con un’interrogazione urgente rivolta al sindaco Di Giorgi, il principale partito d’opposizione ha chiesto conto delle spese sostenute dal Comune per le utenze delle piscine comunali che non risultano ancora volturate alla società concessionaria.

Il 14 novembre 2012 il Comune e la società Nuoto 2000 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per risolvere l’esposizione debitoria del concessionario nei confronti dell’ente pubblico. Gli uffici tecnici del Comune calcolano in 242.000 euro circa l’ammontare delle somme anticipate dal Comune per le utenze degli impianti fino alla data del 31 dicembre 2011.

Il protocollo stabilisce, inoltre, le modalità di restituzione delle anticipazioni che sono cosi ripartite: 50.000 euro entro il 5 dicembre 2012; 80.000 euro entro il 5 dicembre 2013; 99.000 euro (circa) entro il 5 dicembre 2014. La somma dei tre importi non raggiunge quota 242.000 perché la Nuoto 2000 vanta un credito di 30.000 euro nei confronti del Comune che, a sua volta, è stato conguagliato con un ulteriore debito di 17.000 euro circa che la concessionaria ha, invece, nei confronti del Comune.

Il protocollo prevede, inoltre, che per la piscina coperta la società concessionaria si fa pieno carico delle utenze, mentre per quella scoperta provvede solo per i 4 mesi che vanno da giugno a settembre (il periodo più caldo, quindi meno oneroso sotto il profilo dei consumi energetici perciò più conveniente economicamente per la società concessionaria). Per i restanti 8 mesi (il periodo più freddo, quindi più oneroso sotto il profilo dei consumi energetici perciò più svantaggioso economicamente per il Comune) restano a carico dell’amministrazione comunale che ipotizza, tuttavia, di poter contare sui proventi dei canoni pagati dalle società sportive che utilizzeranno l’impianto.

Nel medesimo protocollo, infine, è stabilito (all’articolo 8) che, tenuto conto dell’utilizzo della piscina scoperta da parte del Comune, tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono equamente ripartiti con la società concessionaria sulla base della quota parte d’impiego. Il 13 dicembre 2012, con una propria determina dirigenziale, l’Ufficio welfare ha approvato il protocollo d’intesa siglato il mese precedente. Nel provvedimento si legge che: «la società concessionaria ha avuto l’obbligo di assumere a proprio carico tutte le utenze relative agli impianti concessionati»”.

Per Vacciano “non vi sono ancora elementi di certezza sull’avvenuta voltura delle utenze a carico della Nuoto 2000” e vi è “una sospetta incongruenza tra il costo totale a carico della Nuoto 2000 stabilito dalla determina dirigenziale del 18 maggio 2009 e il debito della Nuoto 2000 fissato nel protocollo d’intesa del 14 novembre 2011”.

Il senatore, insieme ad altri quattro colleghi pentastellati che hanno firmato l’atto, sostiene poi che “il protocollo d’intesa del 14 novembre 2012, nel quale il Comune si fa carico delle spese relative alle utenze e della gestione della piscina esterna per tutto il periodo invernale” è “particolarmente svantaggioso per l’ente pubblico, favorendo gli interessi economici della società concessionaria privata”.

E ancora: “A parere degli interroganti appare incontrovertibile che la spesa maggiore è rappresentata dal gas utilizzato per il riscaldamento dell’acqua delle piscine, considerato che, se nella struttura chiusa e coperta mantenere costante la temperatura di una vasca ha dei costi, per quella esterna le spese aumentano in maniera radicale”.

Per i grillino la vicenda ha prodotto un danno erariale e Vacciano e i suoi quattro colleghi hanno chiesto a Saccomanni e Alfano, “qualora venga a configurarsi un danno erariale alle casse del Comune di Latina”, di attivarsi “presso le amministrazioni competenti, affinché vengano chiariti i criteri adottati nel rilascio dei provvedimenti autorizzativi alla realizzazione degli interventi indicati, dissipando tutti i possibili dubbi circa eventuali interessi diretti degli amministratori locali anche attraverso l’attivazione di procedure che avrebbero favorito determinate società”.