FORMIA, GLI EX DIPENDENTI DELLA SORRISO SUL MARE VICINI ALLA MOBILITA’. IL GRIDO DI ALLARME ALLA REGIONE

*La comunità terapeutica Sorriso sul Mare di Formia*
*La comunità terapeutica Sorriso sul Mare di Formia*

Le hanno tentate tutte pur di non finire in mezzo a una strada: proposte, sit-in, assemblee, occupazioni. Ma nulla. Di loro se ne sono servite prima le sigle sindacali, poi la politica. Una “pugnalata” dietro l’altra, mentre lentamente nasceva in loro la consapevolezza di un futuro senza via d’uscita. Un angoscioso traguardo oramai vicino. Sono i 35 dipendenti della ex clinica psichiatrica Sorriso sul Mare di Formia, riconvertita in comunità terapeutica, licenziati nel novembre del 2012.

A partire dal prossimo mese la maggior parte di loro si vedrà tolto anche il sussidio di disoccupazione per entrare in una nuova fase, la più dura: la mobilità. Alcuni di loro, gli under 50, già da giugno vivono senza l’indennità, anche se il malcontento di tutti ha trovato ufficialmente voce soltanto ieri mattina al termine di un incontro tra ex dipendenti. “Dall’imposizione della regione Lazio alla nostra ex azienda – scrivono nel verbale i licenziati – sono scaturiti 35 licenziamenti, tra i quali infermieri, sociosanitarie, ausiliari e manutentori. E’ iniziato così il nostro iter di disoccupati, o meglio calvario, fatto di promesse pre campagna elettorale, di quel periodo nel Comune di Formia con l’attuale sindaco, e successivamente con canditati per le elezioni alla Regione Lazio.


*Un momento dell'incontro con gli ex dipendenti della Sorriso sul Mare*

Tutti disponibili, a quel tempo, a procurarci incontri in Regione con assessori e funzionari per discutere la nostra situazione e trovarne la soluzione. In effetti – continuano – qualche incontro in Regione tramite l’interessamento dell’assessore Enrico Forte ed il consigliere Rosa Giancola è stato ottenuto, tutti però si concludevano con un: ‘vedremo’, ‘ci stiamo lavorando’, ‘abbiamo bisogno di tempo’, ‘vi convocheremo nuovamente noi’, ecc…”.

casa cura sorriso sul mareA quasi un anno di distanza dal licenziamento nulla è stato fatto. “Silenzio totale da parte della Regione – scrivono i disoccupati – che non ha tenuto in alcun conto, all’interno di un piano di ristrutturazione e riconversione imposti all’azienda, la salvaguardia dei livelli occupazionali, falciando così posti letto e occupazione. La frustrazione viene ulteriormente inasprita, giorno dopo giorno, alla luce delle possibilità di ricollocamento mai prese in considerazione dagli Enti competenti. Non vi è stata alcuna risposta in merito ad una possibile ricollocazione degli operatori licenziati, malgrado il costante depauperamento dei livelli occupazionali sia ormai argomento sistematicamente presente sulle pagine dei quotidiani nazionali e non”.

Infine la richiesta: “Al presidente Zingaretti – aggiungono gli ex dipendenti – chiediamo di risolvere detta problematica occupazionale scaturita dalla riconversione imposta dalla stessa Regione alla nostra ex azienda e, quantomeno nel frattempo di inserirci nelle liste di mobilità, visto che già da qualche mese è terminata l’indennità di disoccupazione, consentendoci almeno di sopravvivere”.