CORI, NASCE IL LABORATORIO DELLA CULTURA DEL VINO

visita in bottaiaÈ stato inaugurato il Casale Cincinnato, una struttura polifunzionale all’avanguardia alle porte della città, ricavata dalla villa ottocentesca di Stoza, di proprietà comunale, abbandonata da anni, immersa tra vigneti ed oliveti, ristrutturata ed ampliata dalla storica Cooperativa vitivinicola corese, vincitrice del bando di gestione. Stamattina l’incontro con la stampa. Domenica porte aperte a tutti, con degustazioni e visite all’interno e all’esterno. Domani sarà la volta dei 152 soci, lunedì toccherà ai clienti di Cori e Giulianello.

Qualcosa di più di un semplice agriturismo – “un vero e proprio laboratorio della cultura del vino, il luogo ideale dove degustare i vini Cincinnato abbinati ai prodotti tipici, preparati da professionisti con passione, dedizione e studio delle materie prime, da promuovere anche attraverso una serie di eventi enogastronomici e culturali” – l’ha definito il Presidente Nazzareno Milita illustrando la sfida raccolta dalla cantina sociale.


“È la testimonianza concreta di una politica che guarda al futuro credendo nelle capacità del paese e nel rilancio dell’agricoltura di qualità come motore della sua economia e pilastro di un nuovo modello di sviluppo – ha aggiunto il Sindaco Tommaso Conti, sottolineando la lungimiranza dell’Amministrazione comunale nel decidere di valorizzare un immobile pubblico strategico per il benessere di tutta la comunità – è la dimostrazione pratica di come il saper fare dell’uomo può trasformare l’esistente in perfetta sintonia con la storia e le vocazioni del territorio.”

Il Consigliere regionale Riccardo Valentini ha evidenziato la portata innovativa dell’opera in tutto il Lazio, rimarcando l’importanza delle necessarie competenze specializzate che ruotano intorno al progetto Cincinnato. La formazione è fondamentale per sfruttare le inespresse potenzialità produttive del settore agricolo e le conseguenti ricadute occupazionali.

Originalità che si denota anche nell’architettura del nuovo complesso, ideata dall’Arch. Stelvio Caratelli e da Piero Manciocchi, capace di fondere armonicamente antico e moderno. L’arredo, realizzato dalle maestranze locali riutilizzando prevalentemente materiali usati, barriques dismesse e botti in castagno recuperate nelle vecchie cantine del centro storico, sintetizza due distinte culture di vinificazione fondate sull’uso di due diversi materiali.