BOTTE ALLA MOGLIE, IL GIUDICE NON CONVALIDA L’ARRESTO E RIMETTE IN LIBERTA’ IL 40ENNE DI FORMIA

*L'avvocato Pasquale Di Gabriele*
*L’avvocato Pasquale Di Gabriele*

Il giudice dell’udienza preliminare di Cassino, Angelo Valerio Lanna, non ha avuto dubbi. Non solo non ha convalidato l’arresto, ma ha disposto l’immediata rimessione in libertà del 40enne V.D.M. che due giorni fa è finito in manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

E’ proprio sul presupposto di un reato che dovrebbe prevedere i requisiti della “consuetudine” che il magistrato ha ritenuto venire meno l’elemento sostanziale utile a ravvisare l’illecito.


Il gip del tribunale di Cassino ha analizzato passo passo tutta la vicenda argomentando ampiamente l’accoglimento della richiesta del difensore del 40enne di Formia, l’avvocato Pasquale Di Gabriele, di non convalidare l’arresto e rimettere in libertà l’indagato. Ma il gip si è soffermato anche sulla situazione fuorviante di fronte alla quale si sono trovati i carabinieri chiamati ad intervenire in via degli Aranci a Formia per una lite tra coniugi. Un acceso diverbio confermato anche dal racconto di un amico della famiglia presente al momento dell’intervento degli uomini dell’Arma.

Il magistrato ha evidenziato diversi punti incongruenti.

La presunta vittima delle percosse ha infatti dichiarato di essere stata picchiata in altre occasioni dal marito. Senza sapere specificare modalità e tempi avrebbe parlato di due o tre volte in un paio di anni. Già dalla ricostruzione della donna è, quindi, venuto meno il requisito della reiterazione del reato. Trattandosi di episodi isolati è venuto a mancare il presupposto necessario a configurare il reato di maltrattamenti: la continuità.

Il giudice ha anche posto l’accento sulla volontà della vittima, il giorno seguente ai fatti, di ritirare la denuncia-querela e di accogliere il marito in casa qualora fosse stato ristretto al regime dei domiciliari. Tutti elementi che stridono con una realtà domestica fatta di abusi e violenza. Senza contare che l’intervento delle forze dell’ordine è stato sollecitato alle 22 e 30, ben 4 ore e mezza dopo le percosse, in merito alle quali l’indagato ha, però, sin da subito ammesso la sua colpa.

 

 

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