SEZZE, 45ENNE TRUFFATRICE INCALLITA ARRESTATA DALLA POLIZIA POSTALE

assegniNei giorni scorsi, a conclusione di complesse e articolate indagini finalizzate alla prevenzione e alla repressione di truffe consumate tramite l’impiego di assegni di provenienza illecita, personale della squadra di Polizia Giudiziaria presso la sezione Polizia Postale di Latina ha dato esecuzione a una misura coercitiva degli arresti domiciliari ni confronti di una donna di 45 anni originaria di Sezze, F.L., pregiudicata pontina, destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Nicola Iansiti del Tribunale di Latina su richiesta avanzata dal sostituto procuratore Giuseppe Bontempo della locale Procura.

I fatti per i quali si è proceduto hanno riguardato una lunga serie di truffe messe a segno dalla donna nel corso dei precedenti mesi ai danni di molteplici commercianti pontini a cui la stessa ha ceduto altrettanti assegni postali e bancari denunciati smarriti e/o provento di furto dai legittimi titolari, con i quali ha acquistato monili in oro, pc portatili e prodotti alimentari per un ammontare complessivo di svariate migliaia di euro.


Le certosine indagini svolte dagli investigatori della sezione hanno consentito di risalire alle truffe raccogliendo a carico della prevenuta una serie di elementi accusatori poi suffragati dai riconoscimenti fotografici eseguiti dalle varie vittime.
I reati contestati sono quelli di truffa continuata, falso, ricettazione di assegni e di documenti di identità falsi, sostituzione di persona e possesso/impiego di documenti di identità falsi validi per l’espatrio.

E’ anche emerso che l’indagata, nonostante abbia in passato collezionato una lunga serie di denunce per analoghi reati, ha continuato nel suo intento criminoso ricettando ulteriori assegni sottratti ai legittimi titolari che ha poi compilato e firmato di suo pugno cedendoli ai commercianti truffati abilmente raggirati dalle sue indiscusse doti persuasive inscenate grazie a un copione già collaudato fondato in particolare nell’essersi sempre accreditata alle proprie vittime quale parente e/o amica di loro diretti conoscenti e/o clienti.

Gli assegni, puntualmente versati in banca dalle vittime del raggiro sono poi stati tutti respinti.

In particolare, uno degli elementi che ha poi consentito di identificare la donna si è avuto quanto uno dei commercianti truffati, insospettitosi dal suo attegiamento, ha pensato bene di chiederle e fotocopiare un proprio documento di identità personale che, seppur falso, ha poi consentito agli inquirenti di riconoscere il suo volto rimasto ben impresso sulla relativa copia.