L’ASL INTONA IL DE PROFUNDIS PER L’OSPEDALE: LA DENUNCIA DI “FONDI CI CHIAMA”

*Ospedale di Fondi (manifestazione per la sua sopravvivenza)*
*Ospedale di Fondi (manifestazione per la sua sopravvivenza)*

“Ancora scelte penalizzanti dell’Asl di Latina nei confronti di servizi essenziali dell’Ospedale civile di Fondi”. Ad affermarlo è Gianfranco Antonetti, responsabile per la comunicazione del neonato movimento cittadino “Fondi ci chiama”. Per Antonetti si tratta di “un provvedimento ingiustificato che “azzoppa” il Laboratorio d’analisi  disponendo il trasferimento a Terracina di un tecnico di detto servizio, riducendo cosi la presenza a Fondi di soli tre tecnici (di cui uno è in malattia).

Grave è quindi il disagio che si procura ad un servizio di qualità e di elevato standard di prelievi ed esami che giornalmente sono espletati dal personale del Laboratorio di Fondi. Occorre poi chiedersi a quali criteri corrisponde l’istituzione presso l’Ospedale “Fiorini” di un servizio di laboratorio h24, considerato invece che è presso l’Ospedale di Fondi la vera emergenza rappresentata dai reparti di Ostetricia, Chirurgia, Centro di rianimazione.


Era quindi logico e coerente istituire presso il “San Giovanni di Dio” di Fondi il servizio h24 (turni notturni) di Laboratorio analisi. Invero, siamo al cospetto di scelte che rispondono solo a logiche clientelari di distribuzione delle attività di laboratorio analisi tra i vari presidi territoriali ed ospedalieri. La tutela della salute dei cittadini è subordinata a decisioni soggiacenti a interessi particolari. Inoltre occorre denunciare ed impedire il tentativo di degradare a meri punti di primo soccorso sia il servizio di pronto soccorso di Fondi che quello di Terracina. Ciò significa che per le urgenze i cittadini dovranno raggiungere i presidi di Formia e Latina.

Anche con la nuova giunta regionale – conclude Antonetti – la sanità, di fatto, ripercorre metodi e adotta decisioni volte a perseguire logiche che nulla hanno a che fare con una razionale ed efficacia distribuzione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, compromettendo il diritto sacrosanto alla salute sancito dalla nostra carta costituzionale”.