FORMIA, ”COMIR SAS” OVVERO L’OPPORTUNITA’ DI UN AFFIDAMENTO

*Il Comune di Formia*
*Il Comune di Formia*

Per una volta non è una questione di soldi ma di opportunità. Succede infatti che un mezzo della squadra operai del Comune di Formia abbia bisogno di alcuni piccoli lavori di manutenzione e riparazione. Costo del lavoro, incluso iva, 381,15 euro. Una spesa che a fronte di altre si può definire “ridicola” per il bilancio comunale tanto che il lavoro viene affidato il 4 settembre scorso con una determina del settore servizi manutentivi, sufficiente trattandosi di fornitura e servizi d’importo inferiori a 20mila euro.

L’azienda affidataria è la Comir Sas di Formia. Nel triennio 2010/2013 si è occupata, sempre per conto del Comune, del “servizio di riparazione, manutenzione e fornitura parti carpenteria metallica e impianto idraulico autocarri comunali” per un importo di 4.999 euro oltre iva.


Anche in virtù del lavoro svolto nei precedenti tre anni, il dirigente Marilena Terreri le affida dunque questo nuovo lavoro in quanto la Comir, scrive nella determina di settembre, è ritenuta “ditta di comprovata serietà e affidabilità, nonché dotata di idonei mezzi e attrezzatura”.

E qui sta un primo punto: la Comir, con sede nella zona di Santa Croce, appartiene a Guido Coppola, che è imparentato con Francesco Schiavone. Sì, proprio “Sandokan”. La madre di Coppola infatti, Adalgisa, è la cugina di Nicola, padre del boss assoluto del clan dei casalesi come sottolinea Carmine Schiavone nell’ambito del processo Spartacus.

*La sede del Gruppo Guardia di Finanza di Formia*
*La sede del Gruppo Guardia di Finanza di Formia*

Non è però questo a far emergere le ragioni di opportunità considerato che i parenti non si scelgono e, anzi, più spesso vengono subiti da chi conduce nella legalità la propria attività imprenditoriale.

I dubbi invece nascono ad esempio dall’indagine del febbraio del 2008 condotta dalla Guardia di Finanza di Formia che giunge a compimento, capitano Alessandro Lobello, quando il sostituto procuratore Giuseppe Miliano richiede quindici misure di custodia cautelare che il Gip Claudia Dentato, pur condividendo in toto l’impianto accusatorio, non accoglie rinviando però a giudizio gli indagati, in considerazione del sopravvenuto indulto e del condono tombale, per quanto riguarda l’aspetto fiscale.

Al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Latina proprio la Comir che il 15 settembre del 2010 viene condannata dalla Corte dei Conti a risarcire 4 milioni e duecentomila euro alla Cotral. Secondo le indagini, infatti, tra il 1999 e il 2003, con la complicità di alcuni dipendenti dell’azienda pubblica, la ditta formiana che aveva in affidamento parziale il servizio di manutenzione e riparazione degli autobus, truffava proprio la società regionale di trasporto su gomma attraverso l’uso di fatture false emesse da società fallite o inesistenti.

cotralTruffa aggravata e continuata, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, favoreggiamento i reati contestati, in sostanza riparazioni e manutenzione dei mezzi spesso e volentieri non venivano mai eseguite, vedesi pullman mandati in officina e rispediti al mittente con lavori fatti in maniera superficiale, con pezzi di ricambio non originali e parcelle decisamente gonfiate. Nonostante le liquidazioni sulla base di documenti contabili in regola.

In pratica, venivano fatturati pezzi di ricambio mai sostituiti ed addirittura, a un prezzo maggiorato tra le 5 e le 70 volte, rispetto al valore medio di mercato; inoltre, venivano conteggiati costi di manodopera surreali, tanto che, annualmente, sono risultati turni lavorativi da venti ore giornaliere, senza ferie e riposi. Successivamente poi, le ditte di manutenzione, al fine di abbattere i ricavi illecitamente conseguiti e riequilibrare i bilanci, utilizzavano società “cartiere”, che provvedevano ad emettere a loro favore, false fatture passive.

*La Corte dei Conti*
*La Corte dei Conti*

Se a livello di Corte dei Conti si è poi arrivati a una condanna a cui fece seguito la decisione del 30 settembre 2010 del consiglio di amministrazione di Cotral di dare mandato ai propri avvocati di mettere in esecuzione il dispositivo della sentenza per il recupero delle somme dovute, dal punto di vista penale il tutto si è arenato quasi subito. Il procedimento, infatti, fu trasferito da Latina a Roma, nonostante l’opposizione della Procura pontina, e legato ad altri tre casi analoghi a quello indagato dalla Guardia di Finanza di Formia.

Una volta nella capitale, però, in fase di udienza preliminare, e successivamente alla richiesta di rito abbreviato, i maggiori indagati nella vicenda furono assolti per un vizio procedurale durante la fase di indagine e fatto rilevare dalle difese.

ESERCITOIndietro nel tempo, ancora la Comir e Coppola sono coinvolti in un altro scandalo. Nel settembre del 1999, infatti, per il titolare della ditta formiana, altro rinvio a giudizio per corruzione, falsità ideologica e truffa ai danni dello Stato per una vicenda che risale al periodo che va dal dicembre del 96 al settembre dell’anno successivo. In questo lasso di tempo l’officina meccanica di Formia aveva ottenuto l’incarico dall’Esercito per la revisione e la manutenzione di mezzi militari delle più importanti caserme del Lazio. Un appalto, di svariate centinaia di milioni, per ottenere il quale però – secondo l’accusa – l’imprenditore pontino si era avvalso di garanzie di assoluto rilievo: quelle, anche loro all’epoca entrambi rinviati a giudizio, del colonnello Paolo Trioschi, direttore del centro “Rifornimento e mantenimento” dell’Esercito e del capitano Luigi Ragosta, in servizio presso la stessa struttura che si trova a Roma in via Prenestina.

Secondo l’accusa erano previsti soggiorni estivi tutto pagato alle famiglie dei due graduati e qualche “revisione”, sempre gratis, alle auto private. La richiesta di rinvio a giudizio, formalizzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Silverio Piro, scaturì da laboriose e dettagliate indagini effettuate dalla Criminalpol di Roma e dalla questura di Latina, ma, ancora prima, dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che aveva individuato particolari rapporti di affari fra Guido Coppola e i due ufficiali dell’Esercito in servizio a Roma.

Per l’accusa c’erano favoritismi non solo per ottenere gli appalti, ma anche per accelerare i pagamenti e chiudere un occhio sul materiale, non sempre di prima scelta, che veniva utilizzato per mettere a punto camion e altri mezzi dell’Esercito.

*Augusto La Torre*
*Augusto La Torre*

E ancora, ad aggiungere dubbi o a sottolineare la bontà delle indagini della Direzione Distetturale Antimafia di Napoli, ci sono le dichiarazioni di Augusto La Torre al Tribunale di Frosinone quando indica Guido Coppola, Armando Puoti e Gennaro De Angelis (operazione Verde Bottiglia) come coloro che per il clan dei casalesi, almeno fino al 2003, si occupavano del sud pontino: “… nella zona di Formia, oltre a Guido Coppola, il clan dei casalesi poteva utilizzare Gennaro De Angelis e Armando Puoti. Si trattava di gente che in passato aveva appoggiato Bardellino…”.

Sul perchè il Comune di Formia, considerato quanto descritto, abbia continuato ad affidarsi, nel 2010, e affidi tuttora lavori alla Comir, seppure di piccolo importo, questa resta una domanda per ora senza risposta.

O meglio una risposta c’è ed è sempre nella determina dello scorso settembre firmata dalla dirigente Marilena Terreri che descrive la Comir Sas come “ditta di comprovata serietà e affidabilità, nonché dotata di idonei mezzi e attrezzatura”.