GAETA, LA FONDAZIONE CABOTO ALLA CASERMA COSENZ. ACCUSE E SOSPETTI

"Lo stemma della fondazione"
“Lo stemma della fondazione”

L’ex Caserma Cosenz a Gaeta finisce nelle mani della fondazione Caboto. La Cosenz è uno dei palazzi storici di maggior pregio della città ed ospita attualmente, dopo una ristrutturazione concordata e finanziata dalla Regione Lazio, il museo civico, la biblioteca comunale, l’archivio storico ed il centro storico culturale.

L’edificio, di proprietà del Demanio, ma in gestione all’amministrazione comunale, subirà però una piccola rivoluzione nella destinazione d’uso. Sono infatti stati assegnati alla fondazione il secondo e il terzo piano della struttura per una superficie complessiva di circa mille metri quadrati. In questo modo tutti gli allestimenti predisporti in sede di ristrutturazione saranno nuovamente modificati e bisogna capire cosa farà la Regione visto che lo stesso finanziamento è stato elargito per scopi ben precisi e un cambio in corsa potrebbe non essere legittimo.


Sta di fatto che la fondazione Caboto passerà dai circa 500 metri quadri dell’attuale sede attigua al supermercato Todis, alla sede della Cosenz per un importo a titolo di locazione di circa 40mila euro annui. Ma perchè, allora, la fondazione Caboto? Va ricordato che la fondazione Caboto è un ente privato nato dalla collaborazione tra la Camera di commercio di Latina, il Consorzio di sviluppo industriale sudpontino, Consormare del Golfo, la società di navigazione D’Amico, l’istituto Caboto, la società consortile Palmer e l’Oescmi. Proprio all’interno di quest’ultimo ente, però, ci sono rapporti di amicizia e collaborazione che nascono negli anni passati e coinvolgono anche i rappresentanti dell’amministrazione comunale.

"Clemente Borrelli"
“Clemente Borrelli”

Va infatti ricordato che uno dei maggiori esponenti dell’Oecsmi fu proprio il sindaco Cosmo Mitrano, tra i più noti fondatori e promotori dell’organismo di formazione. Una esperienza fianco a fianco con Clemente Borrelli, oggi proprio delegato del sindaco di Gaeta ai servizi sociali, e Roberto Nardi che dell’Oescmi è stato presidente. Entrambi, Nardi e Borrelli, fanno parte della fondazione e sono responsabili della programmazione e della didattica. Eppure la fondazione svolge un importante ruolo didattico all’interno del tessuto pedagogico di Gaeta, infatti è l’unico ente deputato alla formazione degli allievi ufficiali, una volta che gli aspiranti corsisti, hanno concluso il percorso di studi all’istituto Nautico.

Ora, al di là delle ragioni di opportunità, non si è fatta attendere la replica dei maggiori oppositori politici dell’amministrazione in carica, ovvero i Progressisti, che contestano la chiara illegittimità. “Una diversa destinazione degli ambienti – affermano – è sicuramente inappropriata e rischia di far scattare una procedura di recupero dei fondi da parte della Regione Lazio. Infatti la decisione è stata presa senza informare la Regione Lazio. Per questo abbiamo già provveduto ad inviare una nota al Comune con la quale chiediamo chiarimenti sugli atti e sul rischio di danno erariale. La destinazione d’uso dell’Ex Caserma Cosenz è quella di un grande polo culturale di cui la nostra città ha estremo bisogno.

Il crollo del turismo balneare e la storia della nostra città rendono ancora più urgente la valorizzazione di un settore strategico che può creare occupazione, indotto, flussi turistici durante tutto l’anno, ma l’attuale amministrazione è concentrata solo su interessi di parte. Inoltre i locali dell’Annunziata dove sono attualmente collocati Biblioteca, Archivio storico e museo civico devono essere liberati al più presto per fare spazio alla Residenza Sanitaria Assistita prevista appunto nel complesso dell’Annunziata dalla precedente amministrazione e dalla Regione Lazio, nell’ottica di andare incontro alle esigenze della popolazione anziana non autosufficiente e per la creazione di importanti posti di lavoro. Se Mitrano avesse avuto più coraggio poteva assegnare alla Fondazione la Scuola Mazzini che, secondo noi, era il progetto iniziale dell’amministrazione. Ma evidentemente coraggio non ne ha tanto, e alle prime critiche, pur di non ammettere che questo era il suo obiettivo, si è inventata la storia che conosciamo tutti. In ogni caso abbiamo già provveduto ad informare gli uffici competenti della Regione per fermare al più presto l’ennesima follia, dopo anni di lavori, di soldi pubblici spesi, di allestimenti già pronti”.