BIOMASSE A PONTINIA E RISCHIO PER LA SALUTE, INTERROGATA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

*Cristian Iannuzzi*
*Cristian Iannuzzi*

Il caso della centrale elettrica a biomasse di Pontinia è finito in Parlamento. Sollevando dubbi su possibili rischi per la salute dei cittadini di Mazzocchio, il deputato pontino Cristian Iannuzzi, insieme ad altri dieci colleghi del Movimento5Stelle, ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, al ministro dell’ambiente, Andrea Orlando, e al ministro della salute, Beatrice Lorenzin.

Nell’atto parlamentare gli undici onorevoli grillini hanno ripercorso l’iter del progetto, dalla domanda di autorizzazione integrata ambientale presentata dalla ditta “Pontinia Rinnovabili srl” il 27 aprile 2007  all’opposizione del Comune di Pontinia alla realizzazione dell’impianto, fino all’ok dato il 5 luglio scorso dalla Presidenza del Consiglio. Iannuzzi e gli altri deputati hanno evidenziato quanto sostenuto dal Dipartimento di prevenzione di Latina, secondo cui “le emissioni generate, dirette e indirette, anche all’interno dei limiti di legge, da tali tipologie d’impianto comporteranno una modificazione della qualità dell’aria e dell’esposizione della popolazione della zona”.


“Le centrali a biomasse con una potenza così alta – sostengono i grillini – non riescono ad alimentarsi grazie alla sola disponibilità dei combustibili nel territorio e la prassi italiana negli anni ha voluto che si importasse il combustibile dalle altre regioni se non addirittura dall’estero a basso costo. L’avvio della centrale a biomassa di Mazzocchio determinerebbe una insostenibile e sproporzionata concentrazione di centrali elettriche nella regione, considerando inoltre che ad Aprilia, nella medesima provincia, è attiva una centrale turbogas”.

Iannuzzi e gli altri esponenti del Movimento5Stelle hanno così chiesto al premier Letta e ai due ministri se il Governo sia a conoscenza di tali fatti, per quali ragioni sia stata concessa l’autorizzazione ambientale, “nonostante le rilevate ambiguità e carenze progettuali”, se sia stato valutato che “la centrale elettrica da bruciatore di biomasse si possa trasformare in un inceneritore di rifiuti considerando che l’impianto ha un fabbisogno annuo di 275.000 tonnellate di combustibile, che l’energia è prodotta dalla combustione diretta delle biomasse, che c’è la perenne emergenza rifiuti riguardante sia il Lazio che la Campania e che è stabile la presenza della malavita organizzata in tutto il basso Lazio nel ciclo dei rifiuti” e se sia chiaro al Governo quali saranno gli “effetti sulla salute dei cittadini, con riferimento a questo ulteriore impianto fortemente impattante sull’ambiente, che si aggiunge peraltro alla vicina centrale elettrica a turbogas di Aprilia”.

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