DEPOTENZIAMENTO OSPEDALE DI FONDI, ANCHE I GIOVANI SI MOBILITANO

Marco Tribuzio, presidente del "Movimento giovani con futuro" di Fondi
Marco Tribuzio, presidente del “Movimento giovani con futuro” di Fondi

Un’opposizione alle politiche di depotenziamento che parta non solo dalla classe politica, ma in primis dalle nuove generazioni. E’ quanto auspicato dal “Movimento giovani con futuro”, associazione di Fondi da mesi attiva a trecentosessanta gradi nella tutela e nella promozione della città della Piana, oltre che in ambito sociale. Un contenitore trasversale di idee e forze che vede sempre più numerosi aderenti. E che ora, a margine dell’incontro tra i sindaci del Presidio centro ed i vertici Asl, interviene con forza nella querelle sul progressivo smembramento del “San Giovanni di Dio”, che tanto sta allarmando l’intero comprensorio.

“Anche i cittadini di Fondi e dei paesi limitrofi hanno il diritto di avere un centro ospedaliero che garantisca, quotidianamente e per almeno ventiquattr’ore, quei servizi essenziali che erano già in essere negli ultimi anni”, dice Marco Tribuzio, presidente del Movimento. “Non è depotenziandoli o eliminandoli del tutto che si consentirà un risanamento delle finanze della sanità pubblica del Lazio. È giunto il momento che anche tutti i giovani di Fondi inizino a far sentire la loro voce e il loro pensiero cercando di fare il possibile per salvaguardare la salute di tutti, ma soprattutto dei nostri figli, così come nei decenni passati i nostri genitori hanno fatto per noi”.


Motivo per cui dal sodalizio fondano chiedono che l’amministrazione targata Salvatore De Meo faccia muro, invitando nel contempo il governatore Nicola Zingaretti, che ancora detiene anche la delega a commissario del comparto sanitario regionale, a visitare il “San Giovanni di Dio” per rendersi effettivamente conto, da vicino, della penosa situazione di utenti e personale. “Basterebbe un suo piccolo intervento – afferma Tribuzio – per ripristinare una situazione di stabilità dei servizi sanitari essenziali sottraendola dall’attuale ‘coma profondo’, prima che si verifichino situazioni o episodi ancora più gravi”.