Confermata la condanna a venti anni di reclusione per l’assassino di Antonio Aversano. Respinto dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma il ricorso dei difensori di Ion Valeriu Mitrache, il 31enne romeno che, tra il 20 e il 21 settembre 2011, accoltellò e uccise il 66enne di Sabaudia, nella villetta dell’anziano in via Ezio, nell’ambito di quella che secondo gli inquirenti sarebbe stata una rapina degenerata.
La difesa puntava a far cadere le accuse di incendio e rapina, ottenendo così uno sconto sulla pena. I giudici romani hanno però accolto la tesi del procuratore generale e del legale di parte civile, l’avvocato Fabio La Macchia, confermando la sentenza emessa nel dicembre scorso dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Nicola Iansiti.
Secondo i carabinieri e secondo il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, Mitrache avrebbe cercato di rubare denaro al 66enne e, vistosi scoperto, avrebbe ucciso Aversano con 14 coltellate. Nel tentativo di nascondere il delitto, Mitrache avrebbe inoltre appiccato il fuoco a due stanze della villetta e aperto il gas, per favorire il propagarsi delle fiamme
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