FORMIA, GLI EX LAVORATORI DELLA SORRISO SUL MARE TORNANO IN COMUNE

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*Un momento dell'incontro*
*Un momento dell’incontro*

audio sorriso mare


Il palazzo comunale di Formia torna a essere meta di pellegrinaggio per gli ex dipendenti della Sorriso sul Mare, dove questa mattina si sono dati ancora una volta appuntamento. L’obiettivo non cambia: esortare l’amministrazione comunale affinché si adoperi presso la Regione Lazio per trovare una soluzione tesa al ricollocamento dei 35 licenziati.

Pur non riuscendo a strappare un incontro con l’amministrazione, ai lavoratori è stato comunicato che mercoledì l’assessore Eleonora Zangrillo dovrebbe raggiungere la Pisana. Sarà dunque in quell’occasione che i rappresentanti politici potranno finalmente portare il loro contributo a una vertenza trascinatasi non senza sofferenze nel corso di questi ultimi anni.

Certo, le aspettative per gli ex dipendenti non sono delle migliori. Con l’ingresso nella procedura di mobilità in deroga, possono dire definitivamente addio alla possibilità, qualora ci fosse, di una riassunzione all’ex clinica psichiatrica di via Appia. Inoltre, la stessa iscrizione nelle liste di mobilità non prevede l’accredito dei contributi figurativi.

*La comunità terapeutica Sorriso sul Mare di Formia*
*La comunità terapeutica Sorriso sul Mare di Formia*

Senza considerare poi i tempi per il pagamento della mobilità, assai lunghi visto che ci sono lavoratori nel Lazio che ancora attendono le liquidazioni relative al febbraio scorso. Chiaro dunque che la speranza degli ex dipendenti è di rientrare nel mondo del lavoro.

Ma come si è arrivati a tutto questo?  Per i licenziati sono pochi i dubbi: “C’è stata sicuramente una cattiva gestione per quanto riguarda l’aspetto amministrativo – ha dichiarato una di loro – nei vari incontri con la Regione e l’Asl. Il risultato di tutto questo è stata la fuoriuscita di 35 persone e per assurdo l’assunzione di altre 20. Questo fa chiaramente capire che nei vari passaggi qualcosa si è inceppato. Chiediamo anche che venga fatta chiarezza su questa procedura. Che questo, però, non diventi una guerra tra chi è fuori e chi ancora opera nella struttura. Ma si proceda piuttosto su un fronte unico perché è interesse di tutti che i 35 vengano ricollocati e la clinica non metta fuori altro personale”.