TENTATA ESTORSIONE A UN MAGO DI SERMONETA, ASSOLTA UNA COPPIA DI SEZZE

magoAccusata di tentata estorsione da un mago, compiuta utilizzando anche un coltello da macellaio e una pistola, una coppia di Sezze è stata assolta dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Nicola Iansiti. Il mago, un 69enne di Sermoneta, aveva presentato una denuncia ai carabinieri, sostenendo che nel novembre 2010 era stato raggiunto nel suo studio da un costruttore setino, un 69enne, e dalla moglie di quest’ultimo, una casalinga di 59 anni, e minacciato dai due che gli chiedevano indietro del denaro. Un incontro a cui ne sarebbero seguiti altri due: nel primo il costruttore avrebbe detto al 69enne di voler essere risarcito, puntandogli una pistola carica con nove colpi, e nel secondo gli avrebbe puntato un crocifisso, dicendogli di essere con Dio mentre lui era con il diavolo. Racconti che hanno portato a indagare e processare la coppia, che ha invece fornito una versione dei fatti ben diversa agli inquirenti.

La casalinga, in particolare, ha sostenuto che aveva frequentato per la prima volta lo studio del mago, che si qualificava come pranoterapeuta, nel 1988, per un problema che aveva il marito, ma che quest’ultimo, affatto convinto delle capacità del presunto professionista che nella vita faceva l’agricoltore, dopo il primo appuntamento non era più voluto tornare a Sermoneta. La donna ha poi specificato che, all’insaputa del marito e affinché venisse tolta a quest’ultimo una fattura, aveva continuato a recarsi nello studio del 69enne, una storia andata avanti per oltre venti anni, che ad ogni appuntamento l’aveva portata a pagare 80-100mila lire, per un totale di circa cento milioni. La casalinga ha inoltre sostenuto che, a un tratto, il mago l’aveva convinta che per raggiungere i risultati sperati dovevano fare sesso insieme e lei si era concessa a quell’uomo.


“Ero soggiogata, mi faceva bere una cosa che mi stordiva e sentire dei profumi”, ha riferito agli inquirenti. Nel novembre 2010, la 59enne si era svegliata all’improvviso, dicendo che a casa c’era il diavolo, e il marito a quel punto, venuto a conoscenza dell’accaduto era voluto andare a Sermoneta, dicendo al mago che lo avrebbe denunciato.

“Poi – ha concluso la donna – ho convinto mio marito a non fare denuncia, volevo evitare di essere travolti da uno scandalo”.

Il pm Maria Eleonora Tortora aveva chiesto una condanna per i due imputati a un anno e mezzo di reclusione, ma il giudice Iansiti li ha assolti, accogliendo la tesi degli avvocati Angelo Palmieri, Sinuhe Luccone e Gaetano Molinari che, visto quanto specificato dai due, non erano responsabili di alcun reato.

Per il costruttore, nell’ambito dello stesso processo, è arrivata soltanto una condanna a sei mesi di reclusione, con sospensione della pena, per una carabina trovata in suo possesso dai carabinieri impegnati nelle indagini, durante una perquisizione.