ARMANDO CUSANI DOPO LA SOSPENSIONE DA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

*Armando Cusani*
*Armando Cusani*

“Quello emesso – sostiene il presidente Cusani in merito al decreto di sospensione di 18 mesi dalla carica da parte del Prefetto – è un provvedimento esorbitante e grave, che priva delle funzioni fondamentali la massima espressione del governo locale, senza una seria valutazione di merito, facendo di tutta un’erba un fascio e non distinguendo che l’applicazione della legge Severino va valutata caso per caso.

Quando mi sono candidato in provincia nel 2009, non c’erano condizioni di questo tipo, quindi tutti sanno che una legge non può essere applicata in maniera retroattiva. E’ comunque è un atto che non ha avuto nessuna valutazione e anche per questo oltremodo grave, ma anche per com’è stato portato all’attenzione del presidente della Provincia di Latina, con un modo irrituale che dimostra dimostrazione come le Istituzioni abbiano toccato il fondo.


Provvedimento che considero sbagliato sia nella forma sia nella sostanza, e sul quale mi opporrò in tutte le sedi possibili e immaginabili, ponendo in campo una forte campagna sulla consistenza di questa ingiustizia. Che, ripeto, è perpetrata all’intera Provincia di Latina e non a me personalmente.

Credo che anche questa storia sia il viatico di un atteggiamento dello Stato e del Governo e di chi lo rappresenta a livello locale: mi riferisco alla mancanza di attenzione e sensibilità nei confronti degli eletti da parte del Prefetto.

Confermo che il Prefetto non aveva alcun obbligo di chiamare il presidente della Provincia per comunicargli la sua decisione, ma tutti sanno che c’è un obbligo morale, un obbligo legato ai rapporti tra le persone e le istituzioni.

E poi ancor più grave è che quest’atto è compiuto nei tre giorni di chiusura della sede provinciale e comunale.

E ancora più grave è che questo documento va nelle mani di un solo giornale locale, che si diverte a fare una denigratoria campagna stampa e non offrendo la possibilità alle altre testate giornalistiche di farsi un’opinione e spiegarlo ai propri lettori.

Evidentemente gli altri non avevano le entrature che ha avuto quel giornale e questo non è ammissibile per nessuna istituzione.

Non dimentico che le due condanne ci sono: per una ho fatto appello, per l’altra nei prossimi giorni porrò in campo lo stesso percorso giudiziario.

Ricordo a me stesso e poi a tutti che l’art. 27 della Costituzione recita che ogni cittadino  è innocente sino al completamento dei tre gradi di giudizio.

Sono sicuro che le due sentenze emesse “concorso per abuso d’ufficio e di abuso d’ufficio” verranno spazzate via nei prossimi livelli di giudizio.

Ripeto con forza che non ho rubato, non ho fatto ricettazione, non ho fatto malversazione, non ho fatto falso ideologico, non ho ammazzato nessuno.

Ho soltanto lavorato per gli altri, e per chi vuole sapere la vera storia di quelle due sentenze, potrà leggerla prossimamente on line, rendendosi conto che sono legate a vicende  ridicole.

In questo momento le ipotesi sul futuro dell’ente provincia sono tutte in campo: nelle prossime ore terminerò il giro di consultazione e adottata la decisione la comunicherò a tutti.

Sono assolutamente convinto che in questa fase ci sia da fare una valutazione tra gli interessi della comunità rispetto al programma di governo che stiamo portando avanti.

Vi sono in corso lavori nelle scuole importantissimi, lavori nella sicurezza stradale, provvedimenti da adottare per il sociale.

Questi gli interessi che sono prevalenti per il bene comune, e noi abbiamo sempre agito per il bene comune.

La Provincia fa, gli altri fanno chiacchiere e non a caso hanno voluto  limitare Cusani non dall’essere presidente ma dall’agire.

Decapitare la classe politica e istituzionale della Provincia di Latina vuole dire in buona sostanza limitare un sistema di azione fondamentale in favore dei cittadini.

Noi – termina Cusani – dobbiamo avere dagli organi di garanzia degli arbitri che le leggi le applicano e non le interpretano.

Nel caso di specie la Provincia di Latina non ha avuto un soggetto nel Prefetto che si è reso conto che un atto così grave non è grave per Armando Cusani ma per l’intera comunità che rappresenta”.