FORMIA, UN’ALTRA CITTA’ DENUNCIA RESPONSABILITA’ DEL COMUNE SULLA CHIUSURA DELLO SPORTELLO ANTIUSURA

Non bastano i numeri allarmanti del dilagare dell’usura nel Lazio, e nel basso Lazio in particolare, a scongiurare l’imminente e paventata chiusura dello sportello antiusura a Formia. Dati peraltro suffragati da un’analisi ancora più sconfortante fornita dalla Banca d’Italia che ha parlato di aumenti fino al 195 percento di crescita nei casi di usura nella Regione. Difficoltà economiche per reggere la struttura alla base della possibile soppressione dello Sportello, nonostante i 50mila euro di finanziamento ottenuti dalla stessa Regione Lazio.image

Ma anche responsabilità politiche secondo gli attivisti dell’associazione politica formiana Un’altra città che imputano infatti a immotivati ritardi del Comune ad allestire le necessarie campagne di sensibilizzazione per ottenere il finanziamento le cause alla base della controversa vicenda. Tutto ciò nonostante i proclami da campagna elettorale.


“In un periodo di profonda e prolungata crisi economica – denuncia Un’Altra città – in cui si assiste ad un sovraindebitamento delle famiglie e delle aziende, l’esposizione alla trappola del fenomeno usuraio e dei suoi commissionari si fa sempre più arrischiata e pericolosa. Tra le realtà più colpite, c’è anche la Provincia di Latina e il sudpontino. Il principale strumento per intervenire in maniera precisa e puntuale per contrastare tale fenomeno è il potenziamento dell’informazione e quindi della prevenzione, incoraggiare cioè la giurisdizione in materia di usura e antiracket.

Ebbene, l’attuale amministrazione del Comune di Formia, nonostante abbia dichiarato nel proprio programma politico-amministrativo di voler porre al centro dell’azione amministrativa  ‘il tema della legalità in tutte le sue accezioni’ con un ruolo fattivo ‘nel contrasto alla corruzione e alla criminalità organizzata’ come si legge nel cosiddetto pilastro del programma dell’attuale sindaco, ha abbandonato il progetto ‘Sportello Antiusura – L’amico Giusto’ predisposto dal medesimo Comune di Formia in collaborazione con le associazioni Sos Impresa e Rete Legale Etica, per prevenire, informare e combattere il fenomeno definito dilagante dell’usura e del sovraindebitamento delle famiglie e delle imprese.

*Il Comune di Formia*
*Il Comune di Formia*

E proprio alla campagna di sensibilizzazione e informazione, che doveva essere realizzata direttamente dal Comune di Formia, era riservato la maggior parte del finanziamento regionale. A tale attività si doveva affiancare quella di ascolto e consulenza offerta dello sportello antiusura, gestita dall’associazione ‘Sos Impresa’; che si rivolgeva a tre categorie di soggetti: a chi è in difficoltà economica ed a rischio usura; a coloro che sono già sotto usura e non ha ancora maturato la decisione di denunciare e infine a chi ha già denunciato.

In base al bando regionale, il progetto predisposto dal Comune di Formia doveva essere realizzato entro un anno dalla data di accettazione del finanziamento, ovvero entro il prossimo mese di dicembre 2013, pena la revoca del contributo. Come sostanzialmente ammesso dal delegato alla legalità del Comune di Formia, l’avvocato Patrizia Menanno, l’amministrazione comunale non ha ad oggi realizzato alcuna campagna di sensibilizzazione e informazione rispetto al fenomeno dell’usura e del sovra indebitamento, incorrendo così nella possibile e molto probabile revoca del finanziamento regionale.

Infatti, se è vero che la Regione Lazio erogherà 80 percento del contributo entro i prossimi mesi di marzo-aprile 2014, comunque quei fondi non saranno assegnati al Comune di Formia in quanto non ha realizzato il progetto così come proposto. In vero l’attuale amministrazione avrebbe potuto e dovuto realizzare la predetta attività di sensibilizzazione e informazione anticipando le somme necessarie, che erano comunque coperte dal finanziamento regionale, così come avrebbe dovuto sostenere economicamente l’attività dello Sportello antiusura, che oggi invece viene chiuso in conseguenza dell’inadempimento da parte del Comune agli impegni assunti con il progetto dal medesimo predisposto e approvato. La responsabilità dell’attuale amministrazione nel fallimento del progetto ‘Sportello Antiusura – L’amico Giusto’ c’è tutta ed è oltretutto grave; ed è ancor più grave che la stessa tenti maldestramente di scaricare su altri la responsabilità delle proprie mancanze.

Legittima è perciò l’indignazione dei cittadini e dei responsabili delle associazioni Sos Impresa e Rete Legale Etica rispetto alla condotta tenuta dall’amministrazione, che con l’adozione del Codice etico per gli amministratori locali – Carta di Pisa si erano obbligati a servire la comunità con diligenza e nel rispetto del principio di buon andamento”.