OMICIDIO CAPPIA A ITRI, I CARABINIERI FERMANO UNA PERSONA

*L'arresto di Ruggieri*
*L’arresto di Ruggieri*

AGGIORNAMENTO –  Nelle prime ore della mattinata odierna i carabinieri del comando provinciale di Latina hanno arrestato un uomo di Itri, il 56enne Giuseppe Ruggeri, ritenuto responsabile in data 4 settembre dell’omicidio di Ulrico Cappia, enologo presso l’azienda agricola “Monti Cecubi Sas” di Itri. Una misura eseguita su decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina Giuseppe Bontempo.


Fin dall’inizio l’uomo era finito in cima alla lista dei sospettati. Sin da quando il 4 settembre scorso è stato rinvenuto il corpo completamente carbonizzato del Cappia, bruciato dopo essere stato attinto da numerosi colpi di pistola calibro 7,65 le indagini avevano preso una direzione specifica.

*Ruggieri*
*Ruggieri*

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo provinciale e dalla Compagnia CC di Gaeta, con il supporto specialistico di personale del RACIS (Reparto Analisi Criminologiche ) e del ROS (Reparto crimini violenti) di Roma, hanno permesso di configurare un solido impianto indiziario nei confronti dell’arrestato che, confortato da esami tecnico- scientifici del R.I.S. di Roma, hanno permesso al sostituto procuratore di emettere il provvedimento restrittivo. Il movente dell’efferato delitto è verosimilmente riconducibile a sentimenti di forte rancore che il Ruggieri, noto per la sua indole particolarmente violenta, nutriva nei confronti del Cappia per essere stato da quest’ultimo licenziato dalle sue mansioni di lavoratore stagionale all’interno della citata azienda, dopo reiterate incomprensioni e contrasti sul luogo del lavoro.

*Ulrico Cappia*
*Ulrico Cappia*

Ruggeri fu accusato di associazione a delinquere, e poi assolto per non aver commesso il fatto, nel processo Anni ’90, il procedimento contro una costola del clan dei casalesi, cosidetto clan Mendico, operante nel basso Lazio. I suoi primi precedenti risalgono al febbraio 1979 quando prese parte ad una rapina ad un distributore sull’Appia, tra Itri e Fondi, e quattro anni più ad colpo ai danni di un distributore di banane all’interno del Mof.

Secondo gli inquirenti l’omicidio dell’enologo sarebbe stato studiato in ogni minimo particolare prendendo spunto da una vasta letteratura criminale di cui era diventato un incallito appassionato durante le fasi della sua carcerazione e in occasione della sorveglianza speciale che aveva scontato nella località montana di Penne, in Abruzzo.

Le indagini sono state supportate anche dagli psicologici dell’Arma che hanno, in occasione di numerosi interrogatori, ricostruito il suo delicato e precario quadro comportamentale. Ruggieri pensava di averla fatta franca nella notte tra il 4 ed il 5 settembre: dopo il delitto, si era recato presso la sua abitazione per una doccia e si era costruito un alibi all’alba telefonando da un podere di campagna dove lavorava a cottimo. Oggi, invece, per lui si sono spalancate per lui le porti del carcere di Cassino.