GAETA, 30 EURO PER ALLENARSI UN’ORA. LA DENUNCIA DI GAMBINO SULLO SPORT NEGATO

È certamente uno dei maggiori talenti dell’atletica leggera gaetana, vincitore peraltro dell’ultima edizione della Corri Gaeta e sempre nelle prime posizioni all’arrivo delle maggiori competizioni podistiche internazionali.

"Salvatore Gambino"
“Salvatore Gambino”

Si tratta di Salvatore Gambino che, nonostante i successi, ha denunciato negli ultimi giorni la totale assenza di infrastrutture e programmazione sportiva nell’ambito dell’offerta agonistica per l’atletica leggera nella sua città. Una lacuna che costringe lui e altri atleti ad allenamenti da svolgersi in strada. Tanto è vero che nelle ultime sessioni di allenamento previste, Gambino, tesserato con il club nautico, ha pensato invece di svolgerle all’interno dello stadio comunale di calcio Antonio Riciniello. Ma qui ha fatto la triste scoperta. Infatti per circa un’ora di allenamento gli è stato presentato un conto di trenta euro.


La somma doveva essere corrisposta per tre ore complessive, quindi dieci euro all’ora, ma l’atleta ha usufruito solo di un terzo rispetto al pagamento. Una cifra spropositata se si considera non solo il tempo ridotto di sfruttamento della struttura, ma anche il fatto che l’atleta non ha avuto a disposizione né spogliatoi e né doccia. Inoltre il fatto più paradossale è che in realtà Gambino il suo allenamento lo ha dovuto svolgere senza pista di atletica della quale, infatti, lo stadio Riciniello è sprovvisto.

Insomma Gaeta è completamente priva di impianti per coltivare giovani talenti del nobile mondo sportivo dell’atletica leggera, che pure la città ha saputo offrire proprio come nel caso di Gambino. Basti pensare, come riporta lo stesso atleta gaetano, che a fronte dei 30 euro pagati al Riciniello per un’ora di allenamento, la città di Milano dove Gambino si allena, gli offre la possibilità di sfruttare impianti attrezzati e riconosciuti dalla federazione italiana di atletica leggera per una cifra di 50 euro annui.

Gambino prende spunto dal fatto che lo ha visto come protagonista per rilanciare sotto la luce dei riflettori la grave situazione nella quale si trova l’offerta sportiva in città. Perché se l’idea di privatizzare le gestioni degli impianti pubblici doveva portare ad un efficientamento delle strutture, è paradossale registrare tariffe completamente fuori mercato da pagare, peraltro, per impianti non esistenti.