GAETA, CANTIERI NAVALI DEL GOLFO A RISCHIO FALLIMENTO

gaetaAltri 20 posti di lavoro stanno per saltare. Sono quelli della società costruttrice di barche Cantieri del Golfo, che si trova su lungomare Caboto a Gaeta. L’instabilità occupazionale si trascina nella crisi aziendale già da diversi mesi, durante i quali i lavoratori sono stati aiutati dalla cassaintegrazione a rotazione che è andata avanti fino al 30 ottobre scorso quando si attendeva il pronunciamento del tribunale del lavoro sulla proposta di concordato preventivo presentato dall’amministratore Romano Caputi.

Eppure ieri questi stessi lavoratori hanno organizzato un’assemblea coi propri sindacati, le tre sigle rappresentate da Giustino Gatti della Fica Cisl, Carmine Zazzero della Fillea Cgil e Massimo Purificato della Feneal Uil, per concordare un piano di intervento al fine anzitutto di capire cosa sta succedendo. Infatti, non solo dal tribunale non hanno ancora reso noto l’esito del concordato, ma la stessa proprietà sarebbe completamente latitante rispetto ai tentativi di comunicazione dei lavoratori. Intanto il supporto della Cassaintegrazione non c’è più, e i giorni che passano non lasciano certamente ben sperare i 20 operai sia sull’esito del concordato che sulla volontà aziendale di salvare il ciclo produttivo.


A spegnere ulteriormente le speranze, l’eco di indiscrezioni secondo le quali alcune imbarcazioni che si trovavano all’interno dei cantieri sarebbero state portate via. Un fatto che se confermato non fa che presagire un processo di smantellamento praticamente già in corso, e che attende per questo solo l’esito di un concordato presumibilmente negativo per essere certificato definitivamente. Intanto la priorità per la triade sindacale sarebbe da subito attivare almeno dodici mesi di cassaintegrazione per i lavoratori, ormai fermi da mesi, se non fosse per qualche sparuta attività di rimessaggio effettuata nei mesi scorsi. In programma anche una richiesta per un ioncontro ufficiale con il sindaco Cosmo Mitrano.

Un destino beffardo quello della Cng, che va ad aggiungersi a quello dell’Italcraft, un’altro storico e importante presidio produttivo all’interno del tessuto commerciale di Gaeta, in uno dei settori, assieme all’imprenditoria balneare, più ricco e potente della città, quello dei cantieri navali. Circa 65 famiglie senza più un reddito da lavoro dipendente tra Italcraft e Cng, se anche quest’ultima dovesse effettivamente vivere il fallimento. Strano destino che accomuna Italcraft e Cng anche per un altro fatto. Infatti tra l’Italcraft e la Top Industria, controllata dalla famiglia Caputi, alla quale appartiene proprio l’amministratore di Cng Romano Caputi, si era negli anni passati ideato e organizzato un progetto di rinascita industriale e commerciale proprio tra le banchine dei numerosi cantieri navali e porti del lunghissimo lungomare Caboto di Gaeta. Il progetto CeSeNa, ovvero centro servizi per la nautica. Un polo di servizi di rimessaggio e assistenza alle imbarcazioni, predisposti con la concreta aspettativa di vedere moltiplicare il parco barche dei numerosissimi moli gaetani.