FONDI, RAPINA FINITA MALE: IMMOBILIZZATA E PICCHIATA, MUORE 57ENNE. I BANDITI TORNANO E QUASI UCCIDONO UN'ANZIANA TESTIMONE

Lo stabile della tragedia
Lo stabile della tragedia

Una rapina efferata e che si è conclusa nel peggiore dei modi, quella avvenuta a Fondi nella serata di mercoledì. E’ questa, per adesso, la ricostruzione di chi indaga sulla tragica morte della 57enne Silvana Cerro, residente in città da alcuni anni ma originaria di Pontecorvo.

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Un colpo in appartamento forse degenerato, con chi ha agito che ad un certo punto ha perso la testa: dopo aver abbandonato esanime la donna, riempita di botte e legata, è tornato sul luogo del delitto aggredendo con un coltello e quindi rapinando l’anziana inquilina del piano di sotto, la 78enne Concetta Lauretti.

Teatro della vicenda, per ora senza un preciso colpevole, uno stabile su tre livelli nel centro urbano, a poca distanza dalla Portella. Tutto è successo al civico 5 di via Giovanni Pascoli, anonima traversa di via Fratelli Bandiera. Un posto dove le case sono ammassate l’una all’altra, con molti residenti che a malapena si conoscono di vista.

L'androne, con il vaso rotto nella fuga
L’androne, con il vaso rotto nella fuga

Alle 22 in punto, l’allarme. La figlioletta della Cerro, di appena 13 anni, fa ritorno a casa, accompagnata in auto da un’amica di famiglia. Sua madre, rincasata alle 21,05, non le rispondeva più al cellulare. Nemmeno il tempo di entrare nell’androne della palazzina, ed ecco evidenti i segni di qualcosa di insolito: per le scale c’è un vaso di vetro spaccato;  a fianco, sparsi, i fiori che vi erano contenuti. La giovane corre a più non posso verso l’ultimo piano, nella mansarda che condivide con la madre. Inizia a gridare, ma la donna non le risponde. La scena che si ritrova davanti una volta messo piede in camera da letto, è da rimanere di sasso. Silvana Cerro giace sul pavimento a faccia in giù, ai piedi del letto. Ha la bocca ostruita da un panno e del nastro adesivo da elettricista. Lo stesso nastro attorno alle mani. Ha anche parecchi, evidenti lividi su parte del corpo. E non si muove.

La 13enne, d’istinto, prova a rianimarla, chiamando subito dopo un’ambulanza. Tutto inutile. Quel corpo non darà più segni di vita. Sono da poco passate le 22,20, e sul posto, oltre ai sanitari, si precipitano carabinieri in quantità, dalla stazione locale, ma anche da Lenola, Gaeta e Latina.

I carabinieri mentre discutono della presunta dinamica
I carabinieri mentre discutono della presunta dinamica

In quella palazzina c’è una donna morta. Ma pure una ferita: si tratta della pensionata Concetta Lauretti, con ecchimosi ed un femore rotto. Non molti minuti prima, era stata attirata fuori il pianerottolo da dei rumori sospetti, provenienti proprio dalla mansarda delle vittima. Ha dunque preso per andare a vedere cosa stesse accadendo, tornando però quasi immediatamente sui propri passi: qualcuno stava suonando al campanello; diceva di chiamarsi “Salvatore”, nemmeno a farlo apposta come il figlio adulto dell’anziana, per anni nel mondo della tossicodipendenza.  Aperto il portone, la seconda, violenta aggressione: viene bloccata con un coltello alla gola, picchiata e lanciata in terra con violenza. Sembra incredibile. Roba da “Arancia meccanica”. Di seguito, chi ha agito si è nuovamente allontanato. Non prima di aver costretto brutalmente Concetta Lauretti a dire dove si trovavano denaro ed i pochi gioielli di famiglia, stando alle prime, confuse parole della quasi ottantenne. Attualmente, si trova ricoverata a Terracina, con un femore rotto ed in stato di choc.

*Silvana Cerro*
*Silvana Cerro*

Almeno due, stando alle prime ricostruzioni, le persone entrate in azione, pare col volto travisato. A non molta distanza dalla venuta delle forze dell’ordine, nei paraggi si aggirava un nordafricano sui quarant’anni successivamente trasferito presso la Stazione locale come persona informata dei fatti. Così come il figlio cinquantennte dell’anziana, Salvatore G.. che sembra in quelle ore non fosse in casa.

Intorno all’una di notte in via Pascoli si sono portati il sostituto procuratore di Latina Gregorio Capasso ed il medico legale incaricato, la dottoressa Maria Cristina Setacci. Fino a poco dopo il loro arrivo, la 13enne che ha trovato la madre morta è rimasta in lacrime nell’androne della palazzina, consolata da un’amica della 57enne e da due zie paterne. Portata fino a notte inoltrata negli uffici di via Dalla Chiesa per provare a raccontare l’esatta dinamica dei fatti, è infine stata affidata ad alcuni familiari. “Voglio vedere mia madre”, ripeteva.

Il padre, compagno non convivente della donna, è residente a Gaeta. L’ex marito, con cui Silvana Cerro aveva avuto altri figli, abita invece da tempo al Nord. La 57enne, era il 2008, era finita in un’operazione antidroga. Tirava avanti facendo saltuariamente le pulizie, oltre che badando amorevolmente alla vicina ferita.

I carabinieri, con gli specialisti della scientifica luminol alla mano, sono rimasti per tutta la notte tra le scalinate ed i due appartamenti al secondo e terzo piano. Allo stato attuale, non è ancora chiaro come effettivamente sia morta Silvana Cerro: di certo, oltre ai tanti lividi, ha una non meglio precisata profonda ferita. Che però potrebbe non essere la causa della morte, forse – lo si sta ancora vagliando – sopraggiunta per asfissia, tanto era stretto il nastro attorno la bocca.

La salma è stata recuperata solo alle prime luci dell’alba dagli addetti della ditta “Di Crescenzo-Iannucci”.