Truffa allo Stato con le analisi, nessun risarcimento da imprenditore e medico di Terracina

finanzaTutto prescritto. Lo Stato, stando alle indagini condotte dalla Guardia di finanza, è stato raggirato per circa trecento milioni di vecchie lire, pagando analisi cliniche che in realtà non sono mai state compiute, ma nessuno risarcirà un centesimo. Dopo i proscioglimenti per intervenuta prescrizione disposti nel 2006 dal Tribunale di Velletri, nel procedimento relativo a una maxi truffa che sarebbe stata compiuta all’ombra di un laboratorio di Nettuno convenzionato con il servizio sanitario nazionale, ora il troppo tempo trascorso dai fatti ha fatto cadere per 14 persone, tra manager e medici, anche le richieste di risarcimento del danno fatte dalla Corte dei Conti.

Ad uscire indenni dalla vicenda anche un imprenditore di Terracina, che svolgeva la funzione di presidente del Consiglio di amministrazione del laboratorio di Nettuno, e un medico, sempre di Terracina, che nella struttura del Tridente aveva l’incarico di direttore tecnico. I fatti risalgono all’ormai lontana seconda metà degli anni novanta. Le Fiamme gialle, visto l’alto numero, oltre il consentito, di esami richiesti con ogni singola ricetta presentata al centro analisi del Tridente e rimborsata dal servizio sanitario nazionale, iniziarono a indagare.


Gli inquirenti si convinsero ben presto che, per ottenere rimborsi maggiori, le prescrizioni venivano taroccate e agli esami effettivamente richiesti ed eseguiti ne venivano aggiunti altri, mai compiuti ma rimborsati. Finirono sotto accusa medici di base, dipendenti del laboratorio, imprenditori e responsabili dei controlli presso l’Asl Roma H. Sul fronte penale, sette anni fa è stata dichiarata la prescrizione.

La Corte dei Conti ha chiamato ugualmente a risarcire del danno erariale milionario l’amministratore della società, il direttore tecnico del centro, il presidente del CdA della società, otto medici di base autori delle ricette, e tre medici dell’Asl Roma H. I difensori dei quattordici citati a giudizio, tra cui Lorenzo Ciurleo, Mariana Mesino, Fabio Massimo Ventura e Rita Carcaterra, difensori dei due pontini, hanno fatto notare ai giudici contabili che la vicenda era ampiamente prescritta. La Corte dei Conti del Lazio per i quattordici ha così disposto l’estinzione del giudizio. Truffa o no nessuno pagherà nulla.