Caso Berardi, 36 parlamentari interrogano la Presidenza del Consiglio dei Ministri

*Roberto Berardi*
*Roberto Berardi*

Il caso di Roberto Berardi, l’imprenditore edile di Latina prigioniero da oltre un anno in Guinea Equatoriale, è approdato in Parlamento. A chiedere al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, e ai ministri degli esteri, Emma Bonino, e della giustizia, Annamaria Cancellieri, un intervento per riportare il 48enne in Italia è stata la senatrice pontina del Movimento 5 Stelle, Ivana Simeoni, con un’interrogazione sostenuta da altri 32 pentastellati, tra cui il pontino Giuseppe Vacciano, un senatore del gruppo misto e due del Pd, tra cui Claudio Moscardelli, anche lui del capoluogo pontino.

Berardi ha iniziato a lavorare in Guinea nel 2011, fondando la società edile Eloba Costruccion, con un partner locale che deteneva il 60 per cento della società, il figlio dell’attuale presidente Teodoro Nguema Obiang Mangue.


“Il signor Berardi – ha sostenuto la senatrice Simeoni nell’interrogazione – investì tutte le sue risorse nella società per la quale sostenne anche esborsi per affrontare i numerosi appalti che vennero affidati alla ditta, salvo rendersi conto, molto tempo dopo, di uscite di cassa della società di cui non era a conoscenza. In realtà – prosegue – come appurato dai giudici americani della California in una sentenza contro Teodorin, a cui era stata confiscata a Los Angeles una villa con Ferrari e dei cimeli di Michael Jackson, questi acquisti erano stati fatti tramite la società partecipata con Berardi, e la sentenza condanna Teodorin per aver usato soldi provenienti da corruzione, appropriazione indebita, estorsione da parte o a favore di una società coinvolta anche nel riciclaggio di denaro sporco. Roberto Berardi si è ritrovato, a sua insaputa, socio di una società che veniva usata per riciclare soldi e per soddisfare capricci personali del socio di maggioranza”.

E ancora: “Nel momento in cui Berardi ha chiesto spiegazioni a Teodorin delle spese effettuate, l’imprenditore si è visto prelevare nella notte dalle forze di polizia che l’hanno portato in prigione senza consentirgli di mantenere contatti con la nazione, con la famiglia e senza poter avere l’assistenza diplomatica, legale, sanitaria che i diritti umani minimi a livello internazionale vedono riconosciuti ad ogni persona”.

I 36 parlamentari hanno chiesto perché il Governo ancora non è in grado di dare notizie ai familiari di Berardi e cosa è stato fatto a favore del 48enne, “vittima di trattamenti disumani e degradanti che violano la sua dignità, l’integrità fisica e psichica nonché la sua libertà e sicurezza”.

I senatori hanno poi chiesto al Governo di intervenire per “agevolare il rapido trasferimento nelle carceri italiane del nostro connazionale e comunque per far sì che gli venga assicurata l’assistenza per un giusto processo” e di “ attivarsi presso le competenti sedi europee al fine di chiedere un intervento sulla vicenda, che interessa un cittadino europeo in una situazione di palese violazione dei diritti umani, reclamando delucidazioni al Governo della Guinea equatoriale”.

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