Formia, al pronto soccorso per una distorsione ci resta 8 ore

Ancora una storia di disagio per la sanità laziale e per quella del sudpontino in particolare. E ancora una volta si tratta del Dono svizzero: otto ore in pronto soccorso per una distorsione. Odissea capitata a un giovane di Formia che si è rivolto al pronto soccorso del nosocomio di via Ferrucci.

*L'ospedale Dono Svizzero*
*L’ospedale Dono Svizzero*

Che ci fossero dei problemi di numero all’organico ospedaliero era già noto, eppure la situazione per lo smaltimento delle richieste di pronto intervento all’ospedale Dono Svizzero di Formia sembra peggiorare giorno dopo giorno. Il 30enne si è recato sabato mattina presso l’ospedale formiano alle 10 circa, incapace di deambulare a causa di una caviglia gonfia a seguito di una partita di calcetto. Ma una lunga serie di passaggi e attese, dalla accettazione alla radiografia, e prima di avere l’esito finale, senza alcuna conseguenza di rilievo, hanno fatto lievitare i tempi permettendogli di tornare a casa solo dopo le 18.


Eppure si trattava di una forte distorsione, che ha comunque richiesto anche una doppia radiografia, ma niente di più grave. E la motivazione di questo preoccupante disservizio sanitario è arrivata direttamente per bocca del personale che ha testimoniato, dopo le ripetute sollecitazioni dell’utente, per velocizzare la trafila ospedaliera che stava vivendo, delle gravi carenze all’organico in servizio.

E così accade che i tempi di attesa si dilatano, esasperando pazienti e familiari che in pieno spirito di collaborazione vengono chiamati in causa o si offrono volontari per prestare assistenza e forza lavoro all’interno del pronto soccorso. Se si attende un portantino che sposti il paziente dal pronto soccorso all’esame specialistico da effettuare o presso il medico specializzato per la consulenza, si fa prima a spostarseli da soli i propri cari o dando una mano al personale che si trova a passare.

Insomma le testimonianze su fatti analoghi sono ormai copiose e vivere le corsie del pronto soccorso fa rendere conto, con tutte le difficoltà nelle quali si trova a lavorare il personale stesso, della qualità e dell’efficienza che stanno venendo meno. Basta un codice rosso o un’operazione da svolgere che gli altri casi in fila si bloccano anche per ore. Fino persino a cinque ore per una ecografia addominale e le successive dimissioni. Insomma blocchi ai turn-over, piani di rientro dal debito regionale e scarse risorse finanziarie stanno mettendo in ginocchio l’offerta sanitaria, in perfetta controtendenza rispetta alla classificazione di Dea di primo livello del nosocomio formiano.